Finanziere morto, era un agente sotto copertura

I colleghi lo chiamavano “Geppo”, aveva partecipato a numerose operazioni ad alto rischio
Di Claudio Ernè

Lo chiamavano “Geppo” e adesso che lui non c’è più, i colleghi del Gico della Guardia di Finanza e i magistrati con cui ha lavorato per più di dieci anni, ricordano la figura del maresciallo Fabio Pedrotti, morto domenica cadendo con la sua moto sulla strada che scende dal passo del Tonale verso Trento.

«Geppo è stato il più straordinario agente sotto copertura che ho mai conosciuto. Alcune delle sue operazioni di infiltrazione hanno fatto scuola e sono citate nei testi destinati agli agenti operativi di tutta Europa. Con lui la Procura di Trieste ha risolto decine di operazioni antidroga all’estero e in Italia».

Questo ha detto ieri il pm Federico Frezza, ricordando con affetto e stima l’investigatore con cui aveva iniziato a lavorare nella primavera del 2002, riuscendo a intercettare 25 chili di eroina prelevati in Macedonia e ad arrestare i destinatari in Italia. Fabio Pedrotti era riuscito a infiltrarsi assieme ad una poliziotta slovena in quella organizzazione; aveva vissuto con i trafficanti per una settimana, ne aveva conquistato la fiducia tanto da riuscire a trasportare con un camper la droga attraverso cinque Paesi, scortato da una staffetta dell’organizzazione malavitosa. Era entrato in Italia a Gorizia e aveva proseguito fino a Firenze, meta finale del traffico.

In questa operazione “Geppo” ha lavorato con un’agente donna slovena, anch’essa infiltratasi tra i trafficanti. E’ stata una delle più importanti esperienze di collaborazione con gli inquirenti della vicina Repubblica, ma anche con quelli croati, serbi e macedoni.

Va aggiunto che l’operazione denominata “Penombra-Mrack”, si è svolta nel pieno rispetto dei trattati di assistenza penale tra Stati aderenti. La Slovenia non era ancora entrata nell’Ue, ma una convenzione precedentemente sottoscritta prevedeva l’istituzione di squadre investigative comuni tra i due Paesi. In questo ambito ha agito Fabio Pedrotti.

Oltre all’attività sotto copertura il maresciallo morto domenica a soli 43 anni, aveva anche al proprio attivo operazioni di polizia giudiziaria in mezzo mondo. Tra queste un’indagine antidroga con il pm Giorgio Milillo svoltasi in Sud America, tra Brasile e Venezuela e conclusasi con l’arresto di un trafficante di coca con passaporto italiano. «Fabio Pedrotti ha rischiato la vita decine di volte. Aveva la capacità di capire immediatamente con chi aveva a che fare. Si è trovato di fronte a banditi, pronti ad uccidere al minimo sospetto ma è sempre stato leale, serio e credibile. Il suo non era un lavoro per tutti. Pochi, pochissimi a Trieste hanno in tasca il patentino per agire sotto copertura e lui era tra questi. Amava la vita e il suo lavoro, conosceva la gente e individuava subito i punti deboli degli avversari. E’ una grande perdita, un vuoto che sarà difficile colmare».

Per far capire chi era effettivamente “Geppo” e quanto fosse stimato, basta dire che domani un bus zeppo di colleghi partirà per Finale ligure dove saranno celebrati i funerali. Un altro bus partirà con i colleghi e amici da Venezia.

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