Finanziarie, slot e discount affaroni in tempo di crisi
di Laura Tonero
La crisi economica e le difficoltà di alcuni possono diventare un’opportunità ghiotta per altri. C’è chi anche a Trieste con la crisi ha visto aumentare il suo giro d’affari e si suoi guadagni. Ecco allora che negli ultimi quattro anni nella nostra città i negozi di compravendita di oro, argento e preziosi usati sono decuplicati.
E’ lì che i triestini che necessitano immediatamente di denaro contante portano le loro catenine, medagliette, orecchini e bracciali. Dietro a quelle vetrine tappezzate di grandi manifesti che ne reclamizzano l’attività, si celano situazioni difficili, spesso drammatiche di chi vende pochi grammi di oro pur di riuscire a fare la spesa o a pagare qualche bolletta.
Ma gli affari in questo periodo li fanno anche coloro che usano investire somme di denaro per comperare immobili all’asta. I pignoramenti derivati da fallimenti, sequestri e dalle confische di Equitalia sono aumentati. E Il mercato a disposizione di chi ha la possibilità economica di acquistare a prezzi estremamente convenienti è più vasto. Comperare da un’asta un immobile a 100 mila euro significa poterlo rimettere sul mercato a 120 o 130 mila euro.
Aumentano anche i triestini che si rivolgono alle finanziarie. Agos, Findomestic, Studio Cogefin, Eurofin o Adriafin solo per citarne alcune delle più radicate nella nostra città. Lasciano i loro volantini sui parabrezza delle automobili, nelle cassette della posta e propongono finanziamenti in 24 ore per dipendenti, pensionati, protestati, disoccupati, casalinghe restituibili da 12 fino a 120 rate. Proposte allettanti per chi si trova con l’acqua alla gola ma che spesso spingono chi ha difficoltà in un circolo vizioso, senza fine.
«Le banche hanno chiuso i rubinetti a molte categorie – sostiene Anna Marchesan, responsabile di una finanziaria con sede in via Battisti – e chi non riesce ad accedere al credito bancario ricorre inevitabilmente a noi. E’ naturale che di fronte a questa crisi le richieste sono in aumento. Si rivolgono a noi anche dipendenti costretti a fare un debito per saldare altri debiti e che magari hanno già impegni con altre finanziarie».
Di fronte ad un panorama di tagli e ridimensionamenti, ci sono business e attività che al contrario crescono, si ampliano, aumentano il giro d’affari. E non parliamo poi di sale slot e lotterie che in momenti come questi registrano una crescita del loro giro di affari. A farla da padroni in questo settore sono i cinesi che nell’ultimo anno hanno aperto locali in tutta la città con all’interno almeno una ventina di video lottery, le eredi ricche dei video poker. Se un tempo i triestini disposti ad affrontare il rischio tentando di vincere qualche centinaia di euro li vedevamo appollaiati sugli sgabelli negli angoli dei bar riservati a una o due macchinette, adesso si rinchiudono in queste sale più riservate, ben oscurate all’esterno, lontane da occhi indiscreti e piene zeppe di ogni tipo di macchinette acchiappa-soldi.
A Trieste in questo momento di sale slot aperte dai cinesi se ne contano 23 alle quali si aggiungono gli ampi locali aperti in via Giulia da Winpalace e le sale scommesse. Quotidianamente cresce il numero delle persone che credono di poter risolvere con un colpo di fortuna i propri problemi. Ma perché se i soldi nelle tasche dei triestini diminuiscono spuntano come funghi le sale per slot machines? La crisi economica paradossalmente alimenta uno strano meccanismo: maggior crisi significa maggior bisogno, quindi spinta verso il rischio, l’azzardo. Non a caso tutte le analisi indicano che il meccanismo è utilizzato soprattutto dagli strati più popolari. Ovunque vediamo triestini intenti anche a sfregare biglietti del Gratta e Vinci o nel compilare schedine del Superenalotto.
A fare affari sono poi i discount. Basta vedere la fila di gente che lo scorso lunedì si è precipitata ad approfittare delle offerte proposte dal nuovo Eurodespar di Largo Barriera per capire la necessità di molti triestini di risparmiare anche pochi centesimi. E chi sta vivendo più di altri la crisi sulla sua pelle, se non si spinge a fare la spesa fino in Slovenia ricorre spesso ai discount. Niente grandi marche ma prezzi più accessibili.
Un piccolo spazio nel periodo di crisi se lo sono ritagliato anche i negozi che propongono abiti usati, non tanto dedicati agli adulti quanto ai bambini. Anche giocattoli.
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