Filo spinato, Zagabria denuncia Lubiana all’Ue

La Croazia chiede a Bruxelles l’apertura di una procedura d’infrazione a carico della Slovenia per la violazione di direttive comunitarie ambientali
Il filo spinato al confine con la Slovenia
Il filo spinato al confine con la Slovenia

ZAGABRIA. Non c’è il rischio che i carri armati inizino a scaldare i motori, ma è un dato di fatto che la crisi dei migranti sta scatenando una vera e propria guerra diplomatica tra Slovenia e Croazia. A dire il vero le prime avvisaglie che il “tempo delle mele” era finito le si sono avute relativamente all’arbitrato internazionale sulla definizione dei confini marittimi (leggi Golfo di Pirano) e terrestri tra i due Paesi ex jugoslavi. La soffiata giunta dalla Corte dell’Aja che si sta occupando del contenzioso secondo la quale la sentenza, peraltro non ancora emanata, attribuirebbe alla Slovenia il libero accesso alle acque internazionali e metà del golfo conteso, hanno fatto infuriare Zagabria che ha, di fatto, abbandonato il procedimento anche se, a rigor di diritto internazionale, non sembra una mossa molto lecita.

E quel filo spinato che la Slovenia sta “srotolando” lungo i confini con la Croazia non ha fatto che gettare legna sul fuoco già acceso. Zagabria ha fin dall’inizio letto nelle messe di Lubiana un tentativo di forzare la decisione dell’arbitrato creando, col filo spinato, una sorta di status quo, e per questo si spiegano anche le cinque note diplomatiche di protesta in materia inviate al governo sloveno che però sta tirando dritto per la sua strada.

E così il ministro degli Interni croato, Ranko Ostoji„ ha annunciato alla televisione che Zagabria aprirà una procedura contro la Slovenia nell’ambito dell’Unione europea. La posa del filo spinato «è solamente uno spreco di denaro - ha dichiarato Ostoji„ - ed è una vergogna per l’Unione europea. La Croazia in questo momento non sta violando alcun trattato determinando in questo modo un simile comportamento (della Slovenia ndr.)». Ma Ostoji„ non si è fermato qui.

A Dragogna: «Qui di profughi nemmeno l’ombra»
Il filo spinato al confine di Dragogna

«Nessun migrante resta in Slovenia, lo stesso giorno in cui entrano nel Paese anche escono e in questo momento non ci sono profughi alle frontiere. Stanno solamente morendo gli animali (a causa del fil o spinato ndr.) che non hanno alcuna colpa». «Per questi motivi - ha concluso - apriremo un procedimento contro la Slovenia in ambito europeo». In caso di dissidi tra due Paesi comunitari uno di questi può portare la controversia davanti all’Europa intera e, secondo il ministro degli Interni croato, Zagabria è costretta a farlo visto che le richieste croate giunte a Lubiana per via di diplomatica non hanno dato frutti e la barriera di filo spinato si sta sempre più allungando.

Detto e fatto. Il ministero dell’Ambiente della Croazia ha annunciato ieri che ha chiesto ufficialmente al commissario europeo per l’Ambiente, il mare e la pesca, Karmen Vellija di aprir eun procedimento di infrazione nei confronti della Slovenia e del suo filo spinato chedendone l’immediata rimozione visto che è contraria a molteplici direttive Ue relative all’ambiente. Il ministero croato afferma di avere informazioni inequivocabili e numerose fotografie relative alla morte degli animali selvatici, soprattuto caprioli e cervi, che si sono impigliati nel filo spinato e che perdono la vita tra atroci sofferenze.

Il filo spinato anti-migranti fa strage di selvaggina
Un animale rimasto intrappolato nel filo spinato (foto tratta dal sito jutarnji.hr)

Secondo Zagabria il filo spinato va contro le direttive europee relative all’habitat, alla tutela dell’avifauna selvatica e all’incremento della rete ecologica Natura 2000. Il filo spinato, in pratica, sbarra i flussi migratori della selvaggina e nelle sue “spine” muoiono lupi, orsi e linci tutti animali rigorosamente tutelati dall’Unione europea.

Lubiana continua invece a definire assolutamente legittima la sua decisione di “srotolare” il filo spinato. Il sottosegretario agli Interni, Boštjan Šefic ha difeso anche la decisione di estendere il provvedimento all’Istria in quanto «c’è la concreta possibilità - ha detto - che la rotta dei Balcani subisca delle varianti spostandosi verso Sud». Ma non ha dato indicazioni più precise su come questi migranti potrebbero raggiungere la penisola istriana. A questo punto se Lubiana ha indiscrezioni serie parli apertamente e forse sarebbe il caso che anche l’Italia e il Friuli Venezia Giulia chiedesse lumi in merito.

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