Filmati due cuccioli di sciacallo dorato
SAGRADO. Fanno tenerezza i due cuccioli di sciacallo dorato ripresi da una foto-trappola del Carso goriziano, eppure la breve video-testimonianza pubblicata sul web da Michele Benfatto ha acceso il dibattito sulla presenza del predatore nell’area carsica.
C’è chi lo indica come la causa del dimezzamento della popolazione di caprioli e chi invece evidenzia come i danni provocati da questo animale non siano in realtà così esasperati. Di certo c’è che l’unico suo predatore è l’uomo.
La presenza dello sciacallo dorato in Friuli Venezia Giulia è ormai consolidata. La specie occupa le nicchie lasciate libere dal lupo o dalla volpe. In Regione le prime segnalazioni risalgono alla metà degli anni Ottanta.
Nel 1997 due individui sono stati fotografati a Doberdò del Lago e i monitoraggi condotti dall'Università di Udine hanno evidenziato che i branchi del Carso goriziano sono gli unici a registrare una permanenza costante in una determinata area.
Negli ultimi anni la distribuzione si è allargata alla pianura friulana, ma resta in ogni caso sottostimata e la specie si può comunque considerare ormai insediata in tutto il Nordest.
L’espansione partita dai Balcani ha raggiunto da un lato la Svizzera, dall’altro le repubbliche Baltiche. Sull’argomento, a livello locale, gli ultimi studi disponibili sono quelli condotti di recente da Yannick Fanin. Il ricercatore foglianino ha da poco concluso il proprio corso di laurea magistrale in Scienze e tecnologie per l'ambiente e il territorio del Dipartimento di Scienze agrarie e forestali dell'Università di Udine proprio discutendo una tesi sulla popolazione di sciacallo dorato insediata tra Sagrado, Doberdò del Lago e Fogliano Redipuglia.
Nei 17 ettari dell’area presa in considerazione ha censito con il metodo della stimolazione acustica una dozzina di animali.
La foto-trappola sistemata da Michele Benfatto ai piedi di un’altana alle Alture di Polazzo ha aggiunto nuovi elementi allo studio.
Il minuto di ripresa dei due giovani esemplari di canis aureus, oltre a confermare la presenza di adulti sul Carso, testimonia che si sono formate anche delle coppie riproduttive. Seppur simile alla volpe, lo sciacallo dorato è più grande e ha la coda più corta. Un esemplare adulto può raggiungere fino a 16 kg. Nel febbraio 2011 una femmina di quasi 11 kg era stata investita sull’allora raccordo autostradale Villesse-Gorizia.
Il Museo friulano di storia naturale aveva chiesto alla Provincia di Gorizia la carcassa per approfondire le conoscenze sulla diffusione della specie. Fino a poco tempo fa si riteneva infatti che lo sciacallo dorato fosse originario dell’Egitto, ma grazie ai nuovi studi sta prendendo corpo l’ipotesi che le famiglie siano due: una egiziana e una europea.
Al di là dei dibattiti tra difensori e detrattori, c’è di certo che la biodiversità della fauna selvatica si sta arricchendo e che le ricerche continuano.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo