Filmata mentre riceve le tracce per il concorso all’ospedale

La data-clou è quella dell’11 giugno dello scorso anno. Un uomo maturo con un cane al guinzaglio e una giovane donna si incontrano al bar Beethoven in piazza Primo Maggio a Udine. L’uomo è il professor Piercamillo Parodi, direttore della scuola di specializzazione di Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva dell’Università di Udine. La donna si chiama Daria Almesberger, 28 anni, medico triestino, frequentante il reparto di chirurgia plastica dell’ospedale Careggi di Firenze. Entrambi sono indagati dalla procura di Firenze che si appresta a trasferire il fascicolo per competenza a quella di Udine del reato di abuso in atti d’ufficio.
In quell’ occasione dell’incontro al bar Beethoven, secondo le indagini dei militari della Guardia di finanza, il professor Parodi ha consegnato alla neolaureata l’elenco delle 19 tracce che, quattro giorni dopo, sarebbero state sottoposte a tutti i candidati alla specialità di Chirurgia estetica. I finanzieri che erano lì, nascosti nel locale pubblico, hanno filmato la scena del passaggio del foglio con le tracce del concorso. Al quale poi la dottoressa Daria Almesberger è giunta al settimo posto, ottenendo l’incarico agognato.
Secondo le indagini della procura di Firenze l’incarico sarebbe stato ottenuto anche in forza di una “sponsorizazione” da parte della società “Serotec srl” produttrice di apparecchiature laser della quale era amministratore e socio il padre della dottoressa. In pratica, secondo l’accusa, la Serotec avrebbe “messo a disposizione del reparto di chirurgia plastica di Firenze diretto dal professor Mario Dini le apparecchiature laser per un valore di circa 100mila euro di cui la Almesberger aveva la disponibilità”. Il professor Mario Dini è stato arrestato per peculato e concussione e si è dimesso dall’incarico di primario del reparto dell’ospedale Careggi. Ma nell’indagine della procura fiorentina la dottoressa Almesberger compare anche come parte offesa. In quanto sarebbe stata costretta a prestare assistenza nell’ambito dell’attività libero professionale del primario fiorentino.
«Ho dedicato la mia vita e i miei studi alla medicina. Quello che mi è accaduto è stato come una doccia fredda. È un incubo», commenta al telefono la dottoressa Almesberger. Altro non vuole aggiungere. Se non che ha frequentato «il liceo Dante e che dopo un periodo a Milano è passata all’Università di Firenze dove mi sono laureata». E dichiara il difensore, l’avvocato Roberto Mele di Udine, che venerdì l’ha assistita durante l’interogatorio davanti ai pm di Firenze. «Trovo paradossale che la vicenda principale su cui indaga la Procura fiorentina, in cui la mia cliente assume la veste di persona offesa dal reato in quanto vittima di una gravissima e reiterata concussione consumata a suo danno dal direttore della scuola fiorentina di Specializzazione di Chirurgia Plastica Mario Dini, appaia soltanto accennata. Il presunto abuso d'ufficio oltre che assolutamente infondato (la dottoressa Almesberger non ha ottenuto alcun favore per l'accesso alla scuola di specializzazione che attualmente frequenta), distoglie l'attenzione dal fatto ben più rilevante accaduto a Firenze. Attendiamo serenamente gli sviluppi dell'indagine: in questa sede ribadisco l'estraneità della mia cliente ad ogni ipotesi di reato a suo carico».
Ma intanto emergono altri particolari: «Secondo i pm di Firenze la giovane dottoressa avrebbe ricevuto dallo stesso Parodi le “dritte” sulle altre pratiche necessarie per portare a termine l’operazione. Modalità per ottenere il finanziamento (una fidejussione di 130mila euro messa di tasca propria dal medico tristino, privandosi così della paga per i cinque anni successivi) e il consiglio di procurarsi i titoli costruiti ad hoc indispensabili per acquisire un maggior punteggio.
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