File ai negozi, bar con separè, termoscanner e casse hi tech, strade e piazze di nuovo affollate: Trieste rinasce dopo la grande paura
Lo scenario nel capoluogo giuliano sembra tornato quello del pre-lockdown. Ma risaltano le differenze: dalle onnipresenti mascherine alle nuove dotazioni installate per garantire il distanziamento nei locali

La Trieste del dopo-lockdown nel collage fotografico di Andrea Lasorte: il bar Moderno in via Carducci e il Caffè degli Specchi, in basso viale XX Settembre e la fila davanti a un negozio in via San Nicolò
TRIESTE. File all’esterno dei negozi del centro, bar e caffè storici che cambiano volto tra alti separè, termoscanner all’ingresso e casse automatiche "hi tech". Ma soprattutto, strade e piazze affollate come non accadeva da ormai più di due mesi. Ecco la Trieste del dopo-lockdown. Quella di oggi, lunedì 18 maggio, rimarrà una data destinata a restare impressa nella memoria collettiva.
Il giorno del ritorno alla normalità, o almeno a una sensazione di normalità. Perchè le differenze, rispetto allo scenario che avevamo lasciato prima dell’esplosione dell’epidemia, balzano agli occhi. A cominciare dalle onnipresenti mascherine e dalla nuova fisionomia di bar, caffè storici, ristoranti, negozi, parrucchieri, centri estetici, agenzie e di tutte le altre attività che da oggi hanno potuto riaprire i battenti, compresi alberghi, palestre e piscine.
Ad esempio il locale più iconico di Trieste, il Caffè degli Specchi, è tornato ad animare piazza Unità dalle 8, accogliendo i primi clienti. All’ingresso è prevista adesso la misurazione della temperatura a distanza attraverso i termo scanner, mentre per il pagamento le casse sono automatiche: consentono di evitare il contatto diretto mani-soldi-mani, proteggendo così sia il cliente che chi lavora.
Per garantire il distanziamento al banco tutti i bar e i caffè si sono attrezzati con appositi separè, in certi casi alti un paio di metri come al bar Moderno in via Carducci. Del resto il concetto è ormai metabolizzato: garantire la distanza interpersonale di almeno un metro è la nuova regola aurea attorno alla quale ruota la convivenza civile nell’era-Covid. In città la voglia di tornare a gustarsi un caffè espresso fatto come si deve evidentemente era tantissima, a giudicare dal pienone anche nei tavoli esterni, complice la bella giornata. Pure nei locali di viale XX Settembre, altra zona ad alta concentrazione di bar e caffè, la clientela non è mancata.
In mattinata il primo giorno di riapertura ha dato segnali incoraggianti per il commercio. All’esterno dei negozi del centro si sono formate le code che nelle settimane scorse eravamo abituati a vedere ai supermercati.
A Trieste e nel resto della regione hanno riaperto anche i centri commerciali compresa l'Ikea di Villesse con «l'implementazione di tutte le misure a tutela di clienti e lavoratori» e un «controllo più rigoroso del numero di visitatori», spiega una nota.
Da ricordare che nel commercio al dettaglio, oltre a vigilare sul rispetto della distanza interpersonale di almeno un metro tra ogni cliente, il personale ha l'obbligo sempre di indossare i dispositivi di protezione e utilizzare igienizzante, che dovrà essere a disposizione anche di chi entra. Nei negozi di abbigliamento i clienti devono usare guanti monouso per manipolare la merce.
Orari di lavoro estesi nei saloni di parrucchieri, dai barbieri e nei centri estetici. In ossequio alle linee guida dettate nell'ordinanza regionale sono garantite pulizia e disinfezione delle superfici di lavoro a ogni nuovo cliente, l’accesso avviene solo su prenotazione e dev'essere mantenuto un elenco delle presenze per un periodo di 14 giorni, in modo da poter rintracciare tutti qualora venga scoperto un caso di contagio e far scattare così tutte le procedure sanitarie necessarie. Chi lavora nei centri estetici deve indossare le mascherine Fpp2 senza valvole.
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