Figlie minori abusate: tolta la potestà al padre

Ritirata dal Tribunale civile la responsabilità genitoriale all’uomo, già condannato in sede penale a due anni
Foto BRUNI TRieste 28 01 10 Tribunale di Trieste
Foto BRUNI TRieste 28 01 10 Tribunale di Trieste

Quarantacinque anni, padre di famiglia. Con alle spalle una condanna in primo grado per molestie sessuali ai danni delle figlie minorenni. E ora, sul caso, interviene anche il Tribunale civile: i giudici hanno deciso di togliere all’uomo pure la responsabilità genitoriale, la vecchia “patria potestà”. Un provvedimento, questo, che riguarda una delle due ragazzine, visto che l’altra nel frattempo è diventata maggiorenne.

La condanna penale, dopo l’indagine condotta dal pubblico ministero Maddalena Chergia, risale a novembre: due anni di reclusione (con la condizionale) e il pagamento del risarcimento, pari a 15.000 euro per una figlia e 7.500 per l’altra. All’epoca a cui si riferiscono i fatti una minore aveva quattordici anni, l’altra tra i dieci e i dodici, visto che nel suo caso gli approcci – stando a quanto riferito dalle vittime – si erano ripetuti per un paio di anni. Nel corso dell’istruttoria le due sorelle, tutelate dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano, avevano confermato gli abusi raccontando con precisione in cosa consistevano le “attenzioni” del padre. «Lui iniziava con i massaggi, poi allungava le mani... lo ha fatto varie volte... ma non lo avevamo detto a nessuno, neanche a nostra mamma. Ci vergognavamo a raccontare cosa ci succedeva in camera». Le molestie si erano verificate nell’abitazione dell’uomo. La madre, invece, era venuta a conoscenza di ciò che faceva il marito per puro caso: aveva notato che una delle due ragazze si era messa a controllare sul calendario le giornate in cui avrebbe dovuto trascorrere il weekend con il papà.

«Mamma mi aveva domandato cosa stessi facendo – ha spiegato una figlia durante un interrogatorio – e io le avevo risposto che stavo guardando i giorni perché non volevo rimanere sola con papà... mi toccava. Ne avevo parlato anche con mia sorella... lei mi aveva detto che queste cose lui le faceva anche con lei». È così che era scattata la denuncia e quindi il processo in dibattimento (a porte chiuse) culminato con la condanna in primo grado.

La decisione del Tribunale civile sulla responsabilità genitoriale, invece, rientra in un procedimento di modifica delle condizioni di separazione avviato nel 2015: la moglie, che in quel periodo si era ammalata gravemente, aveva chiesto per via giudiziaria un aumento degli assegni di mantenimento mensile dovuti dall’ex marito. Il giudice, che ha accolto la richiesta della donna, ha alzato la somma portandola a 250 euro a testa per le due sorelle e a 150 euro per la ex moglie.—

g.s.

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