Fiera di san Nicolò a Trieste: tre lavoratori in nero e oltre 3.700 prodotti sequestrati

L’esito dei controlli da parte della Guardia di finanza di Trieste 

Una foto d'archivio della storica Fiera di San Nicolò a Trieste
Una foto d'archivio della storica Fiera di San Nicolò a Trieste

I militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Trieste, nell'ambito della costante azione di contrasto agli illeciti economico-finanziari, hanno effettuato numerosi controlli durante lo svolgimento dell’annuale Fiera di San Nicolò assicurando una costante ed efficace azione a presidio del tessuto economico della città. La nota manifestazione, che si svolge annualmente colorando le vie del centro, richiama, sempre, numerosi visitatori da tutta la provincia che raggiungono Trieste per poter visitare gli stand appositamente allestiti da parte di commercianti provenienti da tutta Italia. Per riscontrare il corretto adempimento degli obblighi fiscali da parte dei tanti operatori economici è stato predisposto, da parte delle Fiamme Gialle triestine, un dispositivo di controllo economico organizzato a presidio del territorio e coordinato dal Comando Provinciale.

Nell’ambito dell’azione di controllo, i finanzieri hanno riscontrato la mancata emissione dello scontrino fiscale in 6 diverse occasioni. In un caso è stata persino rilevata la mancata istallazione del registratore telematico. Gli accertamenti svolti sono stati comunicati all’Agenzia delle Entrate per l’irrogazione delle relative sanzioni.

Prodotti pericolosi in vendita

 Inoltre, presso due diversi stand è stata accertata la commercializzazione di prodotti pericolosi in violazione della disciplina posta a tutela dei consumatori.

Nello specifico, è stata rilevata:

a. la presenza di prodotti esposti per la vendita messi in commercio nonostante non conformi alle normative di sicurezza in materia di contenuto minimo delle avvertenze, delle istruzioni d’uso e delle informazioni date al consumatore prima dell’acquisto;

b. la presenza di numerosi giocattoli per bambini, posti in commercio nonostante non conformi alle rispettive normative di sicurezza in materia di etichettatura, avvertenza di sicurezza e marcatura “CE”.

In entrambe le circostanze si è provveduto al sequestro amministrativo della merce, per un totale di oltre 3.700 articoli, potenzialmente pericolosi, a fronte di un corrispondente valore commerciale di oltre 7.000 euro.

Tre lavoratori in nero

Eseguiti, inoltre, 3 accessi nei confronti di altrettante attività commerciali, al fine di verificare e accertare il rispetto della normativa giuslavoristica. In tali sedi è stata constatata la presenza, complessiva, di tre lavoratori “in nero” presso altrettanti stand. Per tali ragioni si è proceduto a inviare all’Ispettorato del Lavoro la prevista comunicazione affinché applichi il provvedimento di sospensione delle attività commerciali con l’irrogazione dell’ulteriore sanzione di € 2.500,00 per ciascun datore di lavoro, essendo stata rilevata la presenza di manodopera non assunta per oltre il 10% del totale dei dipendenti.

Per i medesimi lavoratori impiegati “in nero” verranno irrogate, tramite successivi processi verbali di contestazione, sanzioni ulteriori per circa € 11.700,00, suscettibili di riduzione in caso di regolarizzazione (cd. “Maxisanzione”).

L’attività della Guardia di Finanza è rivolta – tra l’altro – anche al contrasto del sommerso d’azienda e del lavoro nero e irregolare con il fine ultimo di salvaguardare gli interessi stessi dei lavoratori, spesso sfruttati e, al tempo stesso, di tutelare le imprese oneste da una possibile concorrenza sleale da parte di datori di lavoro inadempienti. 

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