Fiera di Montebello in vendita entro giugno Base d’asta 10,3 milioni

Rivisto al rialzo il valore dell’area della spa in liquidazione Il dossier preparato dagli uffici comunali all’esame di Giorgi
Di Massimo Greco
Lasorte - Fiera
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Il dossier Fiera atterra sui tavoli degli azionisti con le stime aggiornate sul valore dell’area in seguito alle sostanziali modifiche apportate dal Piano regolatore generale: gli uffici del Comune hanno provveduto ad attualizzare le cifre e hanno consegnato il frutto del delicato lavoro all’assessore Lorenzo Giorgi, titolare del Patrimonio. La nuova valutazione, tenendo conto dell’ampliamento e della diversificazione delle destinazioni urbanistiche, alza sensibilmente l’asticella rispetto alla perizia precedente: si passa così da 7 a 10,3 milioni.

Ed è presumibile che sarà questa la base d’asta sulla quale i soci della “spa” in liquidazione contano di attrarre l’attenzione di ben attrezzati investitori. Giorgi ritiene che l’asta sarà bandita entro il primo semestre del prossimo anno, anche perchè la liquidazione non è gratuita e non più tardi di sei mesi fa - l’assemblea era stata convocata in giugno - i tre soci pubblici di riferimento Comune-Provincia-Camera di commercio avevano dovuto “armare” un intervento di 180 mila euro (60 mila euro cadauno) a titolo di anticipazione di liquidità. E’ comunque previsto che l’intero iter liquidatorio si compia entro il 31 dicembre 2017.

Il documento, predisposto dall’amministrazione comunale, nel determinare il valore dell’area calcola quello che potrà essere il volume finanziario movimentato dall’intera operazione, dalle demolizioni alle edificazioni: la somma parla di circa60 milioni di euro, numeri sicuramente significativi per il contesto economico triestino.

Secondo quanto riferito da Giorgi, la valutazione è maturata intrecciando una serie di dati e non trascura la faticosa congiuntura attraversata dal settore: la superficie interessata è di poco inferiore ai 20 mila metri quadrati (di cui 7160 mq scoperti) con un volume fabbricabile misurato in 108 mila metri cubi. Per la destinazione immobiliare si è usato un parametro di 2250 euro al metro quadrato, per quella commerciale 2047 euro al mq, per quella terziaria (uffici) 2119 euro al mq. A queste macro-destinazioni si aggiungono i potenziali introiti relativi a posti auto e box per le vetture.

In termini di proprietà, i due terzi dell’area afferiscono alla società Fiera spa e un terzo direttamente al Comune. Dal punto vista delle quote sociali ricordiamo che la “spa” è partecipata dal Comune per il 25,50% (765 mila euro), dalla Camera di commercio per un’analoga share, dalla Provincia per il 24,95% (748 mila euro). Quindi, di fatto, il Comune controlla più o meno la metà del perimetro disegnato da via Revoltella, da via Rossetti, da piazzale De Gasperi, da via Sette fontane. A questo assetto azionario governato dalla “mano” pubblica, superiore al 75%, si affianca una vasta platea di soggetti privati (banche, assicurazioni, associazioni di categoria, ecc.) con partecipazioni assai più contenute. Il capitale sociale ammonta a 3 milioni di euro.

L’operazione-stima, condotta dagli uffici comunali, aveva avuto inizio in estate, a ridosso del cambio di guardia al Comune. Si era pensata di affidare l’incarico a soggetti terzi, come l’Agenzia del Demanio, ma poi questa ipotesi era venuta meno e così l’allora assessore al Bilancio e alle Partecipate, Matteo Montesano, assunse l’impegno in carico al Comune. In un primo tempo pareva che il lavoro potesse essere completato nel giro di alcune settimane, ma un po’ l’avvicendamento politico, un po’ il sopraggiungere dell’estate, un po’ l’oggettiva complessità dell’analisi hanno determinato un allungamento dei tempi. Adesso Giorgi trasmetterà l’esito al liquidatore, che è il commercialista Gianfranco Nobile, il quale dovrà apprestare la procedura di gara.

Nel frattempo si spera che si faccia chiarezza sulla sorte della quota appartenente alla Provincia, a sua volta liquidanda: la Regione non ha ancora deciso a chi spetterà (a se stessa? alle Uti?). Il Comune ha voglia di sbrigarsi, tanto che ha chiesto a Trieste Atletica di sgomberare i padiglioni A e B entro il 31 marzo 2017: l’associazione sportiva pare non aver gradito.

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