Fideuram tratta per risarcire i clienti vip truffati
Il caso di un imprenditore che al promotore Rodolfo Sain aveva affidato un patrimonio di oltre un milione di euro
TRIESTE. Piccoli ma anche grandi investitori si erano rivolti a Rodolfo Sain, 48 anni, l'ex promotore finanziario di Banca Fideuram indagato per truffa e appropriazione indebita dal pm Lucia Baldovin. C'erano pensionati che gli avevano consegnato la liquidazione frutto di una vita di lavoro, ma nel portafoglio clienti del promotore residente a Monfalcone c'erano anche imprenditori, commercianti e professionisti pronti a investire cifre dell'ordine del milione di euro. In questi ultimi giorni i responsabili di Banca Fideuram stanno lavorando proprio per definire le situazioni relative a patrimoni particolarmente consistenti.
È il caso di un imprenditore triestino che una decina di anni fa aveva delegato Sain a gestire il suo ingente patrimonio, all'epoca di oltre un milione di euro. Negli ultimi giorni la stessa Banca Fideuram ha manifestato la volontà di risarcire la vittima danneggiata dal crac causato dal promotore, riconoscendo la somma investita pur senza i profitti degli interessi sugli investimenti. Risultato: trattativa aperta tra banca e cliente mirata per quest'ultimo a una perdita limitata ai mancati profitti, ma tenendo salvo il capitale di partenza. Rudy Sain - ha riferito l'imprenditore che vuole rimanere anonimo - gli era stato presentato dal direttore della banca che lo aveva definito come persona di grande affidabilità e degna della massima fiducia.
E in forza di questo rapporto di apprezzamento professionale Sain aveva gestito i soldi dell'investitore consegnandogli, come aveva fatto anche per moltissimi altri clienti molto meno danarosi, gli estratti conto "a uso interno" truccati. Quegli stessi fogli taroccati realizzati con lo scanner che il promotore aveva rifilato a numerosi altri suoi clienti, spesso piccoli investitori. Gente che gli aveva affidato 20-30 mila euro. Per adesso le trattative relative alle posizioni di questi clienti con capitali più modesti sarebbero state sospese in attesa delle decisioni della Procura della Repubblica. Quelle relative alle cifre dei grossi investitori invece, come conferma il caso dell'imprenditore citato, proseguono.
Le indagini del pm Lucia Baldovin intanto vanno avanti. Gli investigatori della Tributaria stanno controllando la documentazione fornita dalla stessa Banca Fideuram. È emerso un particolare singolare sulle modalità di gestione operate da Sain. In occasione della prima crisi della borsa avvenuta dopo il crollo delle Twin Towers, Sain avrebbe utizzato i soldi versati da nuovi investitori per coprire le perdite di vecchi clienti, avviando una sorta di catena di Sant'Antonio rimasta attiva fino a quando un altro grande investitore ha deciso di far rientrare il proprio capitale. Somma che, secondo i rendiconti taroccati, avrebbe dovuto ammontare ad almeno due milioni di euro.
Ma Sain non possedeva questi soldi. E soprattutto - sopraggiunta la crisi - non trovava più nuovi investitori che senza saperlo potessero coprire il buco. I finanzieri sono convinti che da questo decennale tourbillon di denaro Sain abbia ricavato notevoli utili. Ma il difensore Giovanni Borgna lo esclude. «Il mio cliente si è messo a disposizione della Procura. Spero che il pm Baldovin lo interroghi al più presto», ha detto. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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