Fideuram, Sain è indagato per truffa
L'ex promotore finanziario della Fideuram Rodolfo Sain è indagato per truffa e appropriazione indebita
TRIESTE. Corti correnti "nascosti" nei quali finivano i soldi di una parte dei clienti di Rodolfo Sain, l'ex promotore finanziario della Fideuram al centro di un buco milionario. Da ieri a cercare di fare chiarezza sono gli investigatori della Tributaria di Trieste su ordine del pm Lucia Baldovin. «Ho disposto una serie di accertamenti», ha confermato il magistrato.
Che intanto ha iscritto nel registro degli indagati il nome del promotore monfalconese. Le accuse ipotizzate sono di appropriazione indebita e truffa. Ma presto potrebbe anche aggiungersi quella di falso. Infatti, secondo quello che avevano accertato gli stessi funzionari di Banca Fideuram, Sain aveva "corretto" un buon numero di rendiconti relativi ai propri clienti cambiando le cifre e alzando in maniera rilevante la redditività di investimenti che in realtà non erano stati positivi.
Un lifting contabile che, secondo le ipotesi degli investigatori, avrebbe avuto come unico beneficiario lo stesso Sain. Da qui appunto la ricerca dei conti correnti nei quali l'ex promotore aveva fatto scivolare una barte del denaro. Per poi spostarlo in altri depositi secondo un sistema che è stato definito delle scatole cinesi. Sain rimane intanto introvabile. Secondo alcune indiscrezioni provenienti ambienti di conoscenti Monfalcone si sarebbe nascosto in una casa della città dei cantieri.
Ma ieri pomeriggio, fonti vicine alla famiglia, hanno anche fatto sapere che nei giorni scorsi per il tramite di un avvocato, l'ex promotore monfalconese avrebbe, seppur indirettamente, manifestato la propria disponibilità a presentarsi dal magistrato o dalla Tributaria.
Notizia questa che però non è stata confermata dagli investigatori della Guardia di finanza. I quali per ora però puntano sostanzialmente a quella che si chiama la ricostruzione documentale dell'attività professionale di Rodolfo Sain negli ultimi anni. Per far questo sarà necessario acquisire gli estratti conto ufficiali della banca per confrontarli con quelli autoprodotti dallo stesso Sain.
Non solo: gli investigatori punteranno anche alla ricostruzione dei movimenti contabili sia dei depositi degli ormai ex clienti di Sain ma anche quelli personali dello stesso promotore. Insomma si cercheranno le tracce lascaite dai soldi che gli investitori avevano consegnato al promotore monfalconese e che poi, secondo l'ipotesi dei conti "scatole cinesi", sono progressivamente slittati in altri depositi fino a scomparire. Al momento l'unica paradossale traccia rimasta è stata quella nei rendiconti corretti da Sain che servivano, secondo l'accusa, solo a dimostrare che quei soldi avevano reso. In realta quei fogli intestati Fideuram altro non erano che carta straccia utilizzata solo per imbroglaire gli investitori.
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