Fidanzati uccisi a Pordenone, svolta dopo un anno: arrestato Giosuè Ruotolo
PORDENONE. Svolta nelle indagini per l’omicidio dei due fidanzati di Pordenone.
È stato arrestato Giosuè Ruotolo, 26 anni, il commilitone di Trifone Ragone indagato per la morte dello stesso Ragone e della compagna, Teresa Costanza. Anche la fidanzata di Ruotolo, Rosaria Patrone, è stata arrestata. Lo conferma il suo avvocato, Costantino Catapano, il quale ha precisato che la ragazza è agli arresti domiciliari.
Nei giorni scorsi la Procura di Pordenone aveva inviato gli atti dell'inchiesta al Gip per valutare la situazione e la posizione di Ruotolo per l'omicidio dei fidanzati, assassinati nel parcheggio del Palasport il 17 marzo dello scorso anno.
Non era, tuttavia, un mistero che da mesi l'accusa si era orientata verso la richiesta di una misura cautelare nei confronti dell'indagato, soprattutto dopo che erano emerse una lunga serie di discrepanze tra quanto accertato durante le indagini e il primo interrogatorio di Ruotolo, nell'ottobre scorso.
Successivamente, nel mese di gennaio, la Procura aveva nuovamente convocato l'indagato per un secondo confronto, ma il caporalmaggiore ed ex coinquilino di Ragone si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Fino a stasera il 26enne viveva blindato all'interno della nuova caserma di Pordenone in cui è stato trasferito da qualche settimana. Nessun contatto con l'esterno, solo lunghe telefonate con la fidanzata Rosaria Patrone, indagata con l'accusa di favoreggiamento o, in alternativa, istigazione del delitto.
L'elemento chiave su cui gli investigatori hanno puntato riguarda i dissapori tra Trifone e Giosuè, culminati, alcuni mesi prima del delitto, in un'accesa discussione in cui i due sarebbero perfino venuti alle mani. Motivo del contendere il profilo Facebook anonimo con cui Ruotolo avrebbe importunato Teresa Costanza.
Una circostanza che il difensore del militare, l'avvocato Roberto Rigoni Stern, respinge con forza, assicurando che i rapporti con Ragone erano normali e che non ci sarebbe mai stato alcun diverbio, tanto meno una zuffa.
«L'arresto del mio assistito Giosué Ruotolo - aggiunge Rigoni Stern - ci coglie completamente di sorpresa perché sono passati sei mesi dall'iscrizione del registro degli indagati e non capiamo quali circostanze possono essere mutate rispetto ad allora per giustificare questo provvedimento». L'avvocato conferma anche che il proprio assistito è nel carcere di Belluno dopo essere stato prelevato dalla caserma Mittica della Brigata Ariete dove presta servizio.
«Paradossalmente - ha aggiunto - ci fa uscire da una incredibile situazione di sospensione in cui eravamo tenuti dalla fine del mese di settembre senza poter accedere in alcun modo agli atti dell'inchiesta. Appena letta la motivazione con cui il Gip ha accettato la proposta di arresto giunta dalla Procura presenteremo immediata istanza al tribunale del riesame di Trieste affinché Ruotolo torni immediatamente in libertà. Siamo sempre più persuasi di poter dimostrare la sua estraneità ai fatti e proprio l'accesso agli atti ci garantirà un contradditorio e la spiegazione ai punti interrogativi sollecitati dall'accusa».
«Un provvedimento da tempo atteso perché ritenevamo da sempre gravissimo il quadro indiziario a carico di Ruotolo. Siamo soddisfatti perché adesso anche un giudice terzo lo ha certificato con la custodia in carcere. Siamo consapevoli che questa misura non significa ancora responsabilità, però è un primo passo importante verso l'accertamento della verità per dare giustizia a Trifone e Teresa». Lo ha detto Nicodemo Gentile, avvocato di Gianni Ragone, fratello della vittima Trifone.
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