Fidanzati uccisi a Pordenone, Ruotolo resta in libertà

Il procuratore: gli indizi ci sono, ma niente esigenze cautelari. Esclusa la complicità di altre persone
Giosuè Ruotolo mentre entra in Tribunale a Pordenone
Giosuè Ruotolo mentre entra in Tribunale a Pordenone

PORDENONE. E pensare che, sino a un mese fa, Giosuè Ruotolo non era nemmeno nella lista degli “interessanti”. Ora, il ventiseienne di Somma Vesuviana è l’unico indagato per il delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza . «Non è in discussione» la sua presenza al parcheggio dove è avvenuto il delitto e al parco di San Valentino dove, però, non avrebbe raggiunto il laghetto dove è stata rinvenuta la pistola. Salvo colpi di scena, ovvero prove schiaccianti (che potrebbero venir fuori solo dai laboratori del Ris), il giovane resterà in libertà, anche sino all’avviso di conclusione delle indagini. Questa è la linea della Procura di Pordenone.

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Giosuè Ruotolo mentre entra in Tribunale a Pordenone

Niente arresto. «Gli indizi ci sono, ma non vi sono esigenze cautelari», premette innanzitutto il procuratore Marco Martani. «Non ravvisiamo il pericolo di fuga (a Ruotolo è stato intimato di non lasciare l’Italia, ndr), non vi è possibilità di inquinamento delle prove, l’indagato non cerca alibi. Anzi, ha dato una lecita spiegazione sulla sua presenza al parcheggio del palasport e al parco di San Valentino. Escludiamo, inoltre, la possibilità di reiterazione del reato». Al giovane gli inquirenti sono arrivati dopo avere scremato le immagini delle telecamere e rilevato un inspiegabile buco di 7 minuti e 40 secondi dell’auto – poi ricondotta a Ruotolo – nell’arco di poco più di 200 metri di distanza. Al momento del ritrovamento dell’arma «il sospetto è divenuto indizio».

“Addio” finanza. «Non ho detto tutto subito perché temevo ripercussioni sul mio futuro in guardia di finanza», ha detto ai magistrati Giosuè Ruotolo. Ma la strada verso le fiamme gialle si fa in salita. Tecnicamente il giovane, alle dipendenze dell’Esercito, è in licenza sino alla fine del mese. Sta smaltendo le ferie. Poi avrebbe dovuto cominciare il corso per transitare in finanza (aveva vinto il concorso con Trifone Ragone, riuscendo addirittura a guadagnarsi un punteggio superiore), a Roma. Ma le fiamme gialle, in via cautelare, hanno sospeso il suo incorporamento, in attesa di un quadro giudiziario chiaro.

Nuovo interrogatorio. Ieri si era diffusa la voce che Giosuè Ruotolo sarebbe stato riconvocato a breve in Procura. «Stiamo valutando le sue dichiarazioni, non è prevista alcuna nuova convocazione, non abbiamo necessità di sentirlo nella speranza che dica qualcosa di diverso», ha precisato il procuratore. Martedì Ruotolo era stato interrogato per otto ore, ripreso da due telecamere; quanto dichiarato è riassunto in una dozzina di pagine di verbale sintetico.

Analisi del Ris. I pubblici ministeri Matteo Campagnaro e Pier Umberto Vallerin hanno firmato ieri i provvedimenti che autorizzano il Ris a compiere accertamenti irripetibili di carattere ematico-biologico e componentistico, su quanto sequestrato al giovane, a Pordenone e a Somma Vesuviana. Il provvedimento verrà notificato alle parti dopodichè potranno cominciare le analisi per isolare i profili genetici della coppia uccisa e del miliare indagato. In particolare, gli inquirenti dovranno accertare la natura delle tracce rilevate nell’Audi A3 e valutare la presenza o meno di polvere da sparo negli abiti dell’indagato, soprattutto nella manica del giubbotto invernale e della tuta da ginnastica. Irrilevanti quelle eventuali nella divisa.

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Trifone Ragone e Teresa Costanza

Nessun complice. La Procura esclude che il presunto killer abbia agito con la complicità di altre persone. «Rimandando a un movente individuale non si ipotizza la presenza di un complice». Quale che sia il movente, non è determinante («e non sarebbe nemmeno la prima volta, secondo la Cassazione») per chiudere un’indagine. Del messaggio preoccupato della fidanzata al compagno, via whatsapp, è stato chiesto conto ad entrambi. «Può avere varie spiegazioni. Evidentemente c’è stato qualcosa che ha allarmato la ragazza». Ad ogni modo, i fili «si tirano alla fine dell’indagine, laboriosa, complicata, difficile».

Cosa non torna. «Non avevo confidenza con Teresa», ha ribadito Giosuè ai magistrati. Ma, tra coloro che lo smentiscono, la titolare de La parada, sentita a sommarie informazioni. Ha confermato di avere visto i due commilitoni e Teresa assieme, più volte, in via Molinari.

Il ventiseienne, infine, non ha confermato gli orari in cui si collocava al parcheggio del palasport e al parco di San Valentino. L’unico riscontro pare provenga dal suo cellulare che, dalle 19.15 alle 20, non ha interagito. Capitolo a parte, l’itineraio seguito per lasciare la palestra, quella sera.

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