Fico ad Al-Sisi: sull'omicidio Regeni serve un passo avanti
ROMA «Sono venuto qui perché siamo a un punto di stallo»: lo ha detto oggi lunedì 17 settembre il presidente della Camera, Roberto Fico, dopo un incontro con il capo di Stato egiziano Abdel Fattah Al-Sisi al Cairo.
Sulla vicenda Regeni «dobbiamo arrivare a un processo che senza dubbio sarà complicato, ma serve un passo avanti. Senza questo passo in avanti, è chiaro e l’ho detto anche al presidente del Parlamento egiziano, che i rapporti tra i Parlamenti sono molto complicati. Senza passi avanti seri e sostanziali in un processo che porti a una verità definitiva per prendere gli uccisori di Giulio Regeni e non solo quelli materiali i rapporti sono complicati, poco sereni, sono tesi».
«Ho detto al presidente Al-Sisi - ha proseguito Fico - che questo è il punto all’ordine del giorno, questo il punto per l’opinione pubblica italiana, per la famiglia Regeni e per lo Stato italiano». Il presidente della Camera ha aggiunto che «Al-Sisi mi ha assicurato che è una priorità per l’Egitto ma io sono stato molto chiaro nel dire che adesso servono i fatti».
«Ho ricordato al presidente Al-Sisi che Giulio Regeni è un nostro ricercatore, italiano, che è stato sequestrato, torturato e ucciso ed è stato torturato per sette giorni e ho detto al presidente che non è certo stato torturato da cittadini comuni perché c’è stata una sofisticazione nelle torture che non appartiene ai cittadini comuni. Gli ho detto che quando il corpo è stato ritrovato è come se fosse morto una seconda volta perché ci sono stati una serie di depistaggi». Depistaggi che Fico ha elencato: «Perché prima era un ragazzo che faceva delle feste particolari, poi una spia, poi invece è stato vittima di una banda di criminali che poi è stata uccisa dalla polizia egiziana. Sono stati ritrovati i documenti di Giulio ma alla fine era tutta una montatura e i casi sono stati smontati subito», ha ricordato.
La visita al Cairo da parte di Fico si tiene mentre a Trieste, stamani 17 settembre stesso, è stata presentata nella sede del Liceo Petrarca - che Regeni frequentò per due anni - la "Ciclostaffetta" itinerante da Duino a Roma per chiedere verità e giustizia per Giulio Regeni. L'iniziativa è stata organizzata dall'associazione Fiab Bisiachinbici di Monfalcone, assieme ad altre associazioni, con partenza il 22 settembre dal Collegio del Mondo Unito dell'Adriatico, istituto frequentato da Regeni, e arrivo previsto a Roma il 3 ottobre. Nella capitale gli «ambasciatori in bici» consegneranno alle Istituzioni una lettera dei genitori del ricercatore originario di Fiumicello.
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