Lavori per la fibra ottica a Muggia, la Soprintendenza: «Lo scavo non è stato autorizzato»

Fascicolo della Soprintendenza su Chiampore a rilevanza archeologica di epoca romana e medievale

Francesco Bercic
I lavori per l’allacciamento alla fibra ottica in località Pisciolon, a Muggia, con l’impronta dello scavo di colore rosso Foto Massimo Silvano
I lavori per l’allacciamento alla fibra ottica in località Pisciolon, a Muggia, con l’impronta dello scavo di colore rosso Foto Massimo Silvano

I residenti di Muggia Vecchia si sono insospettiti non appena hanno visto arrivare la ruspa. Abituati a considerare la sommità di monte San Michele quale area sensibile a livello archeologico, quando, alla fine di novembre, hanno assistito alla messa in posa della fibra ottica con un rapido scavo in cima, si sono immediatamente attivati in cerca di chiarimenti.

I loro dubbi appaiono oggi fondati: la Soprintendenza – completate le indagini sull’intervento realizzato per conto di un’importante azienda italiana di telecomunicazioni – ha appurato che, da parte dei suoi funzionari, «non risulta alcuna autorizzazione».

Autorizzazione che, però, era necessaria per poter aprire il cantiere, stando a quanto prevede il piano regolatore del Comune di Muggia nel tratto finale di località Pisciolon.

Un caso inedito

Un caso che la stessa Soprintendenza definisce «inedito», su cui l’organo ministeriale ha recentemente aperto un fascicolo. Proprio a causa del carattere eccezionale del contenzioso, è difficile ipotizzare al momento quali possano essere le conseguenze.

Se infatti non è raro che per opere di questo genere manchino permessi o una supervisione da parte della Soprintendenza, qui sono almeno due gli elementi inconsueti a complicare il quadro: da un lato, la delicatezza archeologica del sito muggesano, dall’altro il problema che il cantiere è già terminato, rendendo di fatto impossibile un controllo in corsa onde evitare danni al patrimonio sotterraneo.

Lo scavo

Insomma, la circostanza è abbastanza curiosa e gli estremi andranno definiti nei prossimi giorni. Lo scavo – effettuato, come detto, un paio di settimane fa in località Pisciolon e che non va confuso con i lavori di asfaltatura a pochi metri di distanza – si è svolto in pochi giorni e ha previsto l’allacciamento alla fibra ottica in cima a monte San Michele, dopo la posa in località Pisciolon.

Rientrando nella categoria delle opere cosiddette «strategiche» – spiega il sindaco di Muggia, Paolo Polidori ha goduto di un iter accelerato e il Comune ha semplicemente accordato l’occupazione temporanea di suolo pubblico e la data di inizio-fine cantiere. Non spettava al Municipio quindi allertare la Soprintendenza. Cosa che però andava fatta ugualmente – specifica l’organo ministeriale – su iniziativa della società di telecomunicazioni, al di là del carattere strategico dell’opera da realizzare.

Il piano regolatore

A esigerlo è il piano regolatore stilato dal Comune, che classifica «zona a potenziale rischio archeologico» la sommità di monte San Michele. Le ricerche in località Pisciolon sono iniziate ancora alla fine dell’Ottocento, individuando una ventina di tombe prive di corredo, appartenenti a una vasta necropoli risalente ai primi secoli del Medioevo. Poi, nel Novecento, i risultati si sono ampliati: sono emerse ulteriori tombe di epoca medievale e tracce di una frequentazione più antica, afferente al periodo protostorico e romano. Si era addirittura ipotizzata l’esistenza di un castelliere protostorico che si ergeva sull’altura, nonché di una villa romana. Solo ipotesi appunto, che tuttavia la Soprintendenza si augura di vagliare in futuro attraverso nuovi scavi archeologici.

Se i lavori per l’implementazione della fibra ottica abbiano finito per intaccare parte di questo patrimonio, non è dato saperlo. La Soprintendenza ha richiesto le fotografie a disposizione del cantiere, avviando un’interlocuzione con la società interessata che si presume non di facile svolgimento. Da parte sua, il Comune ha in programma oggi una riunione sul tema. —

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