Fiamme in casa Fiom sull’integrativo
È ormai un confronto aperto, acceso e ad alta temperatura quello all’interno della Fiom sull’ipotesi di accordo sull’integrativo Fincantieri. Tra chi lo considera un bicchiere mezzo pieno (o “meglio che niente”) e chi invece, come la Fiom locale un «bicchiere semivuoto», un passo indietro “economico” rispetto al passato e da bocciare.
L’intesa raggiunta a Roma dal Coordinamento nazionale, con il forte maldipancia dei metalmeccanici Cgil, è in realtà un amaro compromesso politico che la Fiom è costretta a digerire per non trovarsi esclusa dalla vera discussione in ballo: il rinnovo del contratto dei metalmeccanici. È emerso ieri a Monfalcone durante il “franco e onesto” confronto tra le Rsu Fiom della Fincantieri di Monfalcone con il segretario provinciale Thomas Casotto e il coordinatore nazionale della cantieristica, Bruno Papignani.
Le posizioni critiche sull’intesa sono diffuse anche negli altri cantieri del gruppo da parte della Fiom, e in vista delle assemblee e dei referendum (spetta ai lavoratori dire sì o no) Monfalcone emerge ancora una volta come cantiere modello anche per la discussione, viste la situazione delle commesse, le lavorazioni sui prototipi e le applicazioni innovative dei contratti. Ieri infatti a Monfalcone è arrivato Papignani che la prossima settimana torna con il segretario nazionale Maurizio Landini.
E che la tensione sia altissima lo conferma il fatto che il segretario regionale Fiom, Gianpaolo Roccasalva, arrivato anche lui in cantiere per confrontarsi, dopo le schermaglie con Casotto e le Rsu, è stato tenuto a distanza, confinato in una saletta per 4 ore a leggere il giornale.
«Con Papignani c’è stata una discussione aperta e franca, un clima cordiale - conferma Moreno Luxich che guida le Rsu Fiom - anche lui non è contento dell’accordo, non piace a nessuno. Ha criticato più che altro il nostro metodo che dà l’impressione che ci siamo messi contro la Fiom. Non è così, semplicemente abbiamo spiegato la nostra posizione sul fatto che non è andata come doveva».
In realtà in gioco c’è ben altro: «Papignani è stato onesto e ci ha detto la verità - aggiunge Luxich - la ragione più importante di questa intesa è che se non si trovava un accordo la Fiom era in difficoltà e si sarebbe trovata esclusa dalla partita sul contratto nazionale».
Un’ipotesi di intesa «lungi da essere un bell’accordo». Casotto rivela i contorni della discussione. «Ci siamo spiegati in maniera molto pacata, abbiamo riletto l’accordo e fatto presente le nostre ragioni - dice - noi restiamo convinti purtroppo che si tratta di un accordo che non va, il testo non ci convince. E abbiamo fatto presente che era meglio rinviare di qualche giorno e prendersi tempo per parlare con i lavoratori, Papignani è stato corretto e onesto, anche lui ha detto che non è il massimo».
Ora si profilano le assemblee e il referendum. «La parola ora passa ai lavoratori - aggiunge Casotto - ed è probabile che al referendum vincano i sì. Ma noi non potevamo non dire quello che pensiamo, se poi i lavoratori scelgono il “meno peggio” va bene, noi accetteremo e firmeremo. Ma è un negoziato che dovevamo condurre con i lavoratori e lo spiegheremo nelle assemblee».
Diversi i punti “critici”, la Fiom ribatte sui 70 euro diventati welfare con l’azienda che risparmia, i premi da 1500 euro e da 1200 sui quali sarà difficile e complicato confrontarsi con Fincantieri e i dati economici, poi gli appalti che non vedrebbero miglioramenti.
Il segretario regionale Fiom, Roccasalva, tenuto a distanza per evitare che la temperatura del confronto si infiammasse, va giù duro. «Le risposte che ho letto sul giornale sono sgangherate, figlie di una battaglia politica che Casotto ha voluto aprire nei confronti della Fiom nazionale e che nulla centra con l’accordo Fincantieri, L’aver convinto le Rsu ad esprimersi con il voto anticipando il confronto con il coordinatore nazionale non è altro che una furbizia che le mette in difficoltà e di questo dovrà rispondere». Roccasalva conferma di essere stato tenuto a distanza: «Il rifiuto del confronto col sottoscritto minacciando di far saltare l’incontro con Papignani rappresenta l’ennesima posizione di debolezza».
Ma a venire in soccorso alla Fiom di Monfalcone è il segretario della Cgil di Gorizia, Paolo Liva. «Rispetto alle aspettative del territorio il risultato raggiunto con l’ipotesi di accordo integrativo per la Fincantieri è estremamente deludente - sentenzia - il cantiere navale da un lato ha un impatto sempre più devastante sul territorio, dall’altro da sempre meno opportunità. Il modello produttivo Fincantieri sta importando sempre più manodopera extracomunitaria ed est europea, e non assume da anni operai locali: il risultato è una città che ha circa il 20% di abitanti extracomunitari e trasfertisti ed una provincia ai primi posti in Italia per tasso di disoccupazione. E troppe volte nelle ditte degli appalti si annida la malavita che alimenta ricatti e sfruttamenti. Nel rinnovo dell’integrativo ci si aspettava risposte sulle assunzioni e sulla riduzione e regolamentazione degli appalti, non ulteriori dichiarazioni fumose ed evasive. Questo non aiuta a far sì che il cantiere ridiventi un opportunità per la nostra regione e non migliorerà i diritti dei migliaia di lavoratori dell’indotto».
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