Fi del Fvg, la nomina di Savino sul tavolo del Cav

La deputata triestina a un passo dal ruolo di coordinatrice regionale di Forza Italia. Il vice in pectore Blasoni: «Scelta giusta»
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco
Udine 22 Aprile 2013 quartier generale Tondo Copyright Petrussi Foto Press /turco

TRIESTE. Sandra Savino sempre più vicina al coordinamento di Forza Italia in Friuli Venezia Giulia. Massimo Blasoni vice. Ormai è solo questione di tempo, forse qualche giorno appena. La mappa dei vertici regionali, rivelava ieri “Il Giornale”, è praticamente pronta. Dopo il rilancio del vessillo del ’94 e a pochi giorni dalla decadenza, Silvio Berlusconi sta già lavorando al restyling interno del partito, con la nomina dei nuovi dirigenti, d’intesa con Denis Verdini.

Sul tavolo del Cavaliere ci sarebbe il nome dell’ex assessore al Bilancio, prima al Comune di Trieste e poi in Regione, già coordinatrice del Pdl nel capoluogo fino all’azzeramento delle cariche, e ora parlamentare. «Il mio Tremonti», come ebbe a dire qualche tempo fa Renzo Tondo. Il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti mette in fila alcuni dei papabili nelle diverse regioni: Gilberto Pichetto Fratin per il Piemonte, Sandro Biasotti per la Liguria, Giuseppe Galati per la Calabria e Vincenzo Gibiino per la Sicilia. In Lazio corsa a due tra Francesco Giro e Francesco Aracri, mentre nel Nord-Est probabile Marco Marin per il Veneto e, in Fvg, appunto la triestina Sandra Savino. La diretta interessata non si sbilancia, non ancora: «Ho letto come voi. So che il segretario nazionale Verdini ha fatto delle proposte ma non ho partecipato ad alcuna riunione in cui si è discusso di questo. È evidente che ci sono delle ipotesi, vista la necessità di rivedere gli organigrammi anche alla luce della nascita del Nuovo Centrodestra. Il presidente Berlusconi sta quindi facendo le sue valutazioni. Ho avuto dei colloqui recenti con lui ma non sono stati fatti nomi, quando prenderà delle decisioni convocherà innanzitutto i parlamentari del territorio. Così ci ha detto».

Nell’ambiente la notizia viene data per certa al 99%: la lista era sulla scrivania di Verdini già sette-otto giorni fa e sarebbe stata sottoposta all’ex premier non più tardi di sabato. Tra mercoledì e giovedì potrebbe uscire la conferma. Sfumerebbe, stando così le cose, il sindaco di Cividale Stefano Balloch, l’unico della carica dei 120 che il Cav aveva chiamato dal Friuli Venezia Giulia per il “casting” a Villa Gernetto una decina di giorni fa, tanto da far tremare i vecchi ex pidellini. Partita vinta, invece, per l’asse Trieste-Udine su cui lavora da tempo il tridente formato da Riccardo Riccardi (non a caso prossimo al ruolo di capogruppo in Consiglio regionale), Blasoni e la stessa Savino. Nell’ombra, naturalmente, la mano di Giulio Camber.

Sempre più isolato, fanno notare nei piani alti del centrodestra regionale, Tondo. Un quadro del genere rispetterebbe pienamente l’equilibrio territoriale tra friulani e triestini. Salvo colpi di scena: «Quando hai a che fare con il genio e la sregolatezza di Berlusconi può accadere di tutto», riflette uno della squadra. «Comunque, direi che ci siamo quasi». Ci sarebbe, nella strada che porta a Savino, un’altra logica: il ruolo di parlamentare che l’ex assessore può vantare e che risulterebbe strategico nel nuovo ordine che il Cavaliere vorrebbe dare alla ricostruzione del partito. Se le redini del coordinamento vengono affidate a Savino, quelle di vice andranno all’udinese Blasoni, pronto a prendersi la rivincita per conquistare un posto a Montecitorio alle prossime elezioni. Pure lui si sarebbe mosso con Verdini per blindare il nome della triestina. Tra l’imprenditore delle case di riposo e il braccio destro dell’ex premier, d’altronde, è ampiamente nota l’amicizia. «La scelta su Sandra – afferma l’ex consigliere regionale – rappresenterebbe un ottimo punto di equilibrio che alcuni di noi hanno fortemente perseguito. Ma il tema vero, al di là di chi farà il coordinatore – commenta Blasoni – è ricostruire e ampliare il movimento verso tutti quegli elettori che hanno perso fiducia. Dobbiamo andare oltre al Pdl».

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