Feste tra droga e abusi sessuali a processo un uomo di 31 anni di Aquileia

I fatti si sarebbero svolti in un’abitazione di cormons
Bumbaca Gorizia 08.12.2020 Tribunale @Pierluigi Bumbaca fotografo
Bumbaca Gorizia 08.12.2020 Tribunale @Pierluigi Bumbaca fotografo

AQUILEIA C’era la droga, sufficiente a soddisfare le esigenze di tutti gli invitati al rave party, e c’era il sesso, consumato tra le nebbie del torpore che quelle sostanze stupefacenti scatenavano.

Il capo d’imputazione parla di vero e proprio «stato di incoscienza».

E inquadra i fatti, che sarebbero avvenuti in un’abitazione di Cormòns nel periodo compreso tra il 9 e il 12 aprile del 2018.

Nella fattispecie di reato della violenza sessuale, aggravata dal fatto di essere stata compiuta ai danni di una minorenne.

Vittima due volte, quindi: delle cessioni di droga e degli abusi che avrebbe subìto.

A stabilire la sussistenza del quadro accusatorio proposto dal sostituto procuratore di Gorizia, Ilaria Iozzi, a carico di Elia Nocent, 31 anni, di Aquileia, sarà il giudice per l’udienza preliminare del tribunale isontino, Carlo Isidoro Colombo, nel processo con rito abbreviato che sarà celebrato il prossimo 26 maggio.

Ieri, la difesa, rappresentata dall’avvocato Maria Elena Giunchi e dall’avvocato stabilito Isabel Lombardi, ha prodotto al giudice un fascicolo di indagini difensive, contenente una serie di dichiarazioni di persone a conoscenza dei fatti, e formalizzato la richiesta del rito alternativo.

Nel corso della stessa udienza, la ragazza, una friulana nel frattempo diventata maggiorenne, si è costituita parte civile con l’avvocato Roberto Mete.

Le indagini erano partite dopo che la madre della giovane, di fronte allo stato confusionale manifestato al rientro da tre giorni trascorsi in compagnia dell’uomo che l’aveva riaccompagnata a casa, si era vista costretta a chiedere l’intervento dei carabinieri.

Che, non riuscendo a calmarla, avevano dovuto a loro volta chiamare il 118.

Gli accertamenti che ne erano seguiti avevano portato la Procura a formulare nei confronti dell’uomo, che l’aveva portata con sé nella casa di un amico, entrambe le ipotesi di reato.

Ritenendolo quindi responsabile sia della cessione di diversi tipi di sostanza stupefacente (anfetamina, metanfetamina/ecstasy, cannabinoidi, metadone, chetamina e marijuana), sia della violenza sessuale (per un totale di almeno tre episodi, tutti senza il consenso della minorenne).

«La ragazza è una persona problematica e i fatti contestati non sono avvenuti nei termini descritti nel capo d’imputazione – ha affermato la difesa –. Era già inserita in un certo ambiente e non è stato certo il nostro assistito a portarla sulla cattiva strada. Riteniamo che le indagini difensive ci consentiranno quindi di chiarire la sua estraneità dalle accuse che gli sono state mosse».

Nel sostenere invece la colpevolezza dell’imputato, la parte civile affronterà il giudizio con l’obiettivo di «approfondire e ottenere adeguato risarcimento dei danni psicofisici – ha detto l’avvocato Mete – che con le sue condotte l’imputato ha causato alla ragazza». —


 

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