Una festa di popolo apre la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera
I Presidenti di Italia e Slovenia alla cerimonia alla Transalpina celebrano il valore della collaborazione transfrontaliera. Mattarella: “Questo è l’esempio della vera Europa”
![L'abbraccio tra il presidente italiano Mattarella e quello sloveno Musar alla cerimonia di Go2025 Foto Bumbaca](https://images.ilpiccolo.it/view/acePublic/alias/contentid/1h4i0js5kn19w7admdh/0/musar-jpg.webp?f=16%3A9&w=840)
Una festa autentica. Di popolo. La cerimonia alla Transalpina, con cui è stata inaugurata la Capitale europea della cultura, è stata l’esaltazione della collaborazione transfrontaliera.
«Essere la prima Capitale europea della cultura transfrontaliera – le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – significa avere il coraggio di essere portatori di luce e di fiducia nel futuro del mondo. Slovenia e Italia hanno dimostrato che è possibile scegliere la via della collaborazione in un tempo di conflitti nel mondo. La comune appartenenza europea e la cultura sono stati il collante affinché due popoli lavorassero per un destino comune».
Fiducia reciproca è stato il concetto ripetuto più volte dal Capo dello Stato. «Un valore che si oppone all’oscurità della guerra. Siete portatori di luce in un mondo dove si diffondono ombre e buio. Il vostro compito inizia oggi». E ha citato la brutalità del conflitto russo/ucraino.
La Presidente della Repubblica Natasa Pirc Musar ha iniziato il suo discorso con “mio caro Sergio”. Poco prima, raggiungendo il palco, l’aveva preso sottobraccio a marcare la collaborazione stretta fra i due Paesi. In mezzo agli applausi dei presenti. «L’8 febbraio - le parole della Capo di Stato slovena - resterà impresso nei nostri cuori come una giornata storica in cui si celebra una visione centenaria di pace, libertà, buoni rapporti di vicinato e rispetto. Questa è la giornata dell’amicizia e dell’amore tra noi. Sono grata a lei, Mattarella, per essere oggi qui come nostro amico e come Presidente della nostra vicina e amica Repubblica italiana. Grazie per la vostra saggezza e per essere dedito alla convivenza e al futuro luminoso insieme».
Il primo ad arrivare è stato il Ministro della Cultura Alessandro Giuli, seguito dalla sua omologa Asta Vrecko, dal presidente della Regione Massimiliano Fedriga, dal ministro sloveno Matej Arcon e dai due presidenti di Italia e Slovenia accolti dagli applausi e dall’esecuzione degli Inni dei due Paesi e dell’Inno alla gioia.
E un’esaltazione della collaborazione è venuta dalle parole del presidente Fedriga («Con gli amici sloveni abbiamo lavorato bene superando grandi difficoltà. Questa non è una Capitale europea qualsiasi. Abbiamo una grossa responsabilità. All’interno delle differenze abbiamo trovato i punti in comune. Siamo un esempio in Europa») e dal ministro Giuli («Le differenze sono fonte di ricchezza. Italia e Slovenia condividono il senso del tragico del passato, oggi sono l’esempio di collaborazione». Ha citato Michelstaedter e ha parlato di cultura comune.
Alle 16.52 è stato lanciato il conto alla rovescia per l’inizio ufficiale della Capitale europea della cultura con la presenza dei presidenti, dei sindaci Ziberna e Turel e di due studentesse (Pia e Lia), una italiana, l’altra slovena.
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