Festa della Patria friulana: sale la protesta
I due principali amministratori pubblici triestini e cioé il sindaco Roberto Cosolini e la presidente della Provincia Maria Teresa Bassa Poropat bocciano senza appello sia la Festa della patria friulana che sta per essere istituita dal Consiglio regionale con il sostegno anche del Partito democratico che un’ipotetica Festa della patria triestina che, parallelamente alla prima, potrebbe venir proposta dalla Lega.
«Non credo - afferma il sindaco - che vi sia il reale bisogno di sottolineare in questo modo (la legge regionale stanzierà allo scopo anche 80mila euro, ndr,) un fatto identitario che tutto sommato può essere evidenziato in molti altri modi e occasioni. D’altro canto - sottolinea Cosolini - non ravviso affatto la necessità di istituire qualcosa di analogo per la nostra città. Trieste non ha bisogno di un’esaltazione tutta localistica, di una “piccola patria”, preferisce vedersi in una dimensione europea anche perché il ruolo al quale aspira è rivolto a un contesto molto più ampio. L’identità e le tradizioni locali vanno costantemente riaffermate ma in modi molto diversi».
Non molto diverse e ugualmente categoriche le opinioni di Bassa Poropat. «In una regione che ha poco più di un milione e 100mila abitanti creare occasioni di festeggiamenti così divisive - sostiene la presidente della Provincia - non può che avere ripercussioni negative.
La proposta avanzata in Consiglio regionale (seppure bipartisan, ndr,) mi pare fuori tempo e fuori luogo, oltre che tale da non tenere in considerazione la difficile fase economica che stiamo attraversando. Siamo nel 2015, dovremmo parlare di contesti sovrannazionali, europei e di visioni globali, sforzarci semmai di trovare soluzioni comuni che permettano di non dividerci. Richiamarsi ai campanili, la trovo un’assurdità perché all’interno della regione vi sono molte diversità non solo tra Friuli e Trieste, ma anche tra la fascia montana e quella costiera e via dicendo. Specificità che vanno tutte valorizzate, così come vanno tenute vive culture, lingue e tradizioni che caratterizzano le varie aree senza però ricadere negli stereoripi di una patria friulana e una patria triestina che non fanno che attizzare vere o presunte rivalità che vanno invece incanalate in uno sforzo comune per valorizzare l’intero patrimonio regionale».
Non sembra essere di questo parere evidentemente il Consiglio regionale che domani dovrebbe approvare la legge che istituisce appunto la “Fieste de Patrie dal Friul” da festeggiare il 3 aprile, giorno in cui nel 1077 nacque lo Stato patriarcale friulano guidato dal Patriarca di Aquileia. Una mozione di sbarramento approderà già stasera in Consiglio comunale a Trieste a propria volta sostenuta dai più vari gruppi politici, ma con ben poche speranze che possa bloccare gli intendimenti dei consiglieri di piazza Oberdan.
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