Festa dei popoli a Monfalcone, preghiere in tutte le lingue
di Ciro Vitiello
Popoli e religioni del mondo uniti in preghiera nella spettacolare messa ecumenica della “Festa dei popoli 2013” celebrata ieri dall’arcivescovo di Gorizia Carlo Maria Redaelli davanti a 700 fedeli. Per la prima volta la messa si è tenuta all’aperto, alle spalle del duomo, su un altare (sotto un sole cocente, ma i fedeli erano all’ombra) allestito in prossimità della scalinata dell’area pedonale di via Sant’Ambrogio.
Uno dei luoghi simbolo di una forte presenza musulmana, di bengalesi e di extracomunitari, che ieri hanno osservato la cerimonia da lontano, forse incuriositi dalla presenza di tante persone e dai canti religiosi.
Un’area spesso teatro di proteste dei residenti, poiché specie nelle ore notturne viene presa di mira da vandali che lordano i monumenti.
Quella di ieri è stata, comunque, una grande festa interreligiosa, unica per la città e la parrocchia, sia per la varietà di lingue sia di popoli presenti. E’ stata organizzata dalle parrocchie del Decanato di Monfalcone, dal parroco don Fulvio Ostroman, dalla Caritas Diocesana di don Paolo Zuttion, in collaborazione con l’amministrazione comunale.
Presenti per il Comune il sindaco Silvia Altran e l’assessore alla cultura Paola Benes e per la Provincia il consigliere Fabio Del Bello.
Emozioni nel momento clou della cerimonia, quando i fedeli appartenenti a religioni (serbi ortodossi, ortodossi, cattolici e musulmani) e di popoli diversi, hanno pregato il Signore nella loro lingua: italiani, rumeni, serbi, spagnoli, inglesi, francesi, sloveni, croati e tedeschi. C’erano anche suor Veronica, di origine kenyota, che ha invocato Dio in inglese, perché finiscano le tragedie e le sofferenze nel continente africano, e il musulmano Wade Saikou, che sventolava la bandiera della sua Mauritania.
Presente anche una folta rappresentanza della comunità rumena, con il costume tradizionale, del centro di Scodovacca di Cervignano, seguita da don Michele Roca e da don Valentino di Cormons (entrambi sacerdoti rumeni che prima operavano al San Michele).
«Siamo tutti figli di Dio – ha affermato nell’omelia l’arcivescovo Redaelli – un tutt’uno nella stessa dignità, pur nella diversità dei doni, una ricchezza che Dio ha dato a ognuno. Non esistono dunque divisioni di etnie, culture, maschi e femmine, ricchi e poveri». La celebrazione è stata accompagnata dalle musiche del Gruppo di animazione musicale del duomo e dall’associazione latino-americana Arcoiris di Nostra Signora di Lourdes di Gorizia.
La Festa dei popoli si è spostata poi all’Oratorio San Michele, con l’inaugurazione della festa e l’apertura dei gazebo culinari multietnici ma anche con eventi sportivi, un programma folcloristico con danze e canti bisiachi, europei, africani e latino americani e con una rappresentazione teatrale, “La terra dei re”, a cura di Riccardo Vannuccini ed Elisa Menon.
Riproduzione riservata © Il Piccolo