Fertilizzanti nel narghilè, intossicati
TRIESTE
Fertilizzanti chimici inseriti nel narghilè e fumati come fossero hashish. Una bravata che ha avuto conseguenze pesantissime per i due autori, due triestini di 18 e 19 anni. Soccorsi da 118 e polizia dopo aver accusato forti mal di testa, vomito, nausea e convulsioni, sono stati ricoverati in urgenza a Cattinara dove, a distanza di oltre 48 ore, sono ancora tenuti in osservazione. I medici stanno cercando di capire con precisione quali danni possano essere stati provocati sui loro organismi dalle sostanze inalate. Un quesito a cui, a breve, potrebbero dare risposta gli esperti del Centro veleni di Parma, già allertati dai colleghi di Trieste.
L’episodio - dettato dalla noia o forse dalla voglia di sballare in maniera trasgressiva o semplicemente diversa dal solito -, si è verificato nel tardo pomeriggio di sabato. I due ragazzi si trovavano nella casa di un amico in viale Miramare. Lo stesso amico che, dopo averli visti sbiancare e accasciarsi sul pavimento, ha fatto scattare l’allarme. È stato grazie al suo racconto se i sanitari e gli agenti della Questura, intervenuti ipotizzando inizialmente un’overdose legata all’assunzione di droghe “tradizionali”, sono riusciti a mettere a fuoco le cause del malore. Il ragazzo ha riferito che, poco prima, i due amici avevano deciso di fumare insieme. La scelta della sostanza da inserire nel narghilè, però, non era caduta su tabacco, hashish o cannabis, bensì su un fertilizzante in pallini acquistato probabilmente dai padroni di casa in un comunissimo negozio di agraria. Un prodotto assolutamente legale e innocuo se impiegato nel giardinaggio, ma estremamente dannoso, vista la composizione chimica o sintetica, se utilizzato impropriamente come fatto dai due giovani.
Il risultato, come detto, è stata la comparsa di sintomi che hanno fatto pensare inizialmente ad un’overdose. Con il passare dei minuti, invece, è stata chiarita la reale natura dei malori, ritenuti però altrettanto rischiosi per la salute della coppia di giovanissimi. Di lì la corsa a sirene spiegate a Cattinara e il successivo ricovero in reparto. I ragazzi non sono in pericolo di vita, ma continuano ad essere monitorati dai medici. Non è ancora chiaro, infatti, quali conseguenze possano derivare dall’assunzioni di prodotti del genere. «Gli effetti possono essere anche molto pericolosi - osserva Gabriele Furlan, responsabile del laboratorio di Tossicologia forense dell’Azienda sanitaria -. Ma metterli a fuoco è tutt’altro che semplice, bisogna prima studiarne i principi attivi. Di fronte alle nuove droghe, ormai facilissime da reperire vista la diffusione di siti internet specializzati, anche noi tossicologi ci troviamo spiazzati. Le sostanze sono infinite e pressochè infinito è lo spettro di possibilità da vagliare per risalire alla composizione e ai relativi effetti».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo