Ferriera, sindacati in pressing sui candidati sindaco

«Non dovete promettere la chiusura dello stabilimento». In un incontro in Regione manifestato il timore di un crollo occupazionale
Operai al lavoro in Ferriera
Operai al lavoro in Ferriera

TRIESTE I sindacati, sulla questione-Ferriera ora si appellano direttamente agli stessi candidati sindaco ai quali si propongono di chiedere a brevissimo un confronto pubblico. «Si mettano una mano sulla coscienza - è il senso del discorso quasi in fotocopia che fanno sia Umberto Salvaneschi, rsu e segretario di Fim-Cisl che Antonio Rodà, segretario Uilm - se prima chiedere la chiusura dell’area a caldo senza se e senza ma era obiettivamente azzardato, adesso, dopo il precipitare del caso Wartsila, acquista il significato di una miccia che farà esplodere una bomba sociale». Si è parlato soprattutto di questo nell’incontro, chiesto dagli stessi rappresentanti dei lavoratori, e che si è tenuto ieri in Regione con la governatrice Debora Serracchiani nelle vesti di commissario per la crisi industriale complessa di Trieste alla presenza anche del sindaco Roberto Cosolini.

Ferriera, Serracchiani rassicura i sindacati
Il recente sopralluogo della governatrice Serracchiani e del prefetto Porzio alla Ferriera

«Stiamo ragionando su come mobilitarci rispetto a un fronte contrario a Servola che sta crescendo di proporzioni - riferisce Salvaneschi - e che viene sfruttato in questo incandescente contesto pre-elettorale. Salvaguardia dell’ambiente e della salute e lavoro devono coesistere, mentre si moltiplicano soltanto le dichiarazioni sulla volontà di chiusura. Da parte di molti proponendo bluff: alternative puramente teoriche dietro alle quali non c’è alcun imprenditore o, peggio ancora, assicurando che i dipendenti verebbero impiegati magari per anni nelle operazioni di bonifica, mentre tutti sanno che non è così perché, ben che vada e il sito non venga abbandonate in situazioni sì in quel caso estremamente pericolose, arrivano le ditte specializzate esterne con i propri uomini, come del resto è accaduto anche a Bagnoli. Mi sembra che la governatrice Serracchiani abbia condiviso il nostro ragionamento. Ora il nostro intento - aggiunge il segretario della Fim - è anche quello di parlare alla città e di riuscire a creare un movimento di opinione che illustri come le emissioni sono effettivamente in calo e gli episodi di imbrattamento sono ormai estremamente ridotti».

Sarebbe stato fatto, da parte sindacale, anche l’esempio dell’elezione di un sindaco pronto alla chiusura: in quel caso la stessa Regione e l’azienda non avrebbero forza sufficiente per opporsi alla volontà di un primo cittadino che rappresenterebbe Trieste intera. «In questo caso - specifica Salvaneschi - i tempi di chiusura subirebbero oltretutto un’improvvisa accelerazione, impedendo anche la ricerca di qualsiasi ipotesi alternativa di sbocco occupazionale in una fase storica in cui l’industria in provincia è ridotta ai minimi termini.

«Purtroppo - aggiunge Rodà - da parte di molti politici si stanno facendo i conti senza l’oste. Attorno all’area a caldo di Servola ruotano quasi trecento posti di lavoro, che devono essere considerati tanto più preziosi oggi che il laminatoio non è ancora pronto e il già deficitario quadro generale dell’industria a Trieste che non raggiunge nemmeno il 10% del Pil si sta ulteriormente deteriorando a causa delle espulsioni alla Wartsila e delle ricadute negative che rischiano di esserci presto anche sull’indotto. Venerdì - annuncia Rodà - terremo un incontro sindacale in cui saranno decise alcune iniziative per sensibilizzare la politica e l’intera città».

Nel corso dell’incontro Serracchiani ha illustrato agli esponenti sindacali le risultanze del sopralluogo che ha tenuto la scorsa settimana all'interno della Ferriera assieme al prefetto Anna Paola Porzio. Un'ispezione che ha permesso di valutare come all'interno della Ferriera siano state effettuate «numerose opere indicate dall'Accordo di programma, secondo le tempistiche previste, in particolare per quanto riguarda l'aspirazione delle polveri, la mitigazione dei rumori e le pavimentazioni». Rimangono altri interventi da completare e avviare sul piano del miglioramento ambientale e in questo senso la presidente ha garantito la massima attenzione per fare in modo che l'attività industriale venga svolta in maniera sostenibile per l'ambiente e la salute dei lavoratori e dei cittadini che vivono nell'area dello stabilimento.

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