Ferriera, Serracchiani non dà certezze su bonifiche e operai
Roberto Dipiazza, tipo pratico, la mette giù così: «La Ferriera è la madre di tutti i mali. Siete proprio sicuri di continuare a investire nella ghisa? Il costo del lavoro in Polonia è di 6 euro, qui 26. Siete convinti di tenere una roba del genere in mezzo alla città?». In Commissione in Consiglio regionale per un attimo cala il silenzio. Silenzio che di fatto è stato il vero protagonista dell’audizione di ieri, che ha visto partecipe soprattutto la governatrice Debora Serracchiani. Come ha fatto poi notare il consigliere Pdl Riccardo Riccardi, «oggi non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
Tema: l’accordo di programma previsto per le crisi industriali complesse, in cui rientra Servola. Due le domande inevase: il futuro dei lavoratori e le spese per le bonifiche dell’area. Sulle due questioni, sollevate da Riccardi, la giunta non ha dato rassicurazioni. Serracchiani ha ribadito il principio generale dell’intesa: «La prosecuzione dell'attività industriale, per la quale esiste una manifestazione d'interesse da parte del gruppo Arvedi, e il risanamento ambientale sono necessità legate in modo indissolubile». Un risanamento «fondamentale» non solo per la continuazione dell'attività ma anche «per la salute di cittadini e lavoratori». Sul primo aspetto, ha chiarito la presidente, c’è un serio interesse per il contratto di affitto, cui è legata la questione Elettra. «Mi arrivano garanzie sul Gse, tassello importante. Quindi entro questo mese la risoluzione potrebbe vedere la luce, così dal primo gennaio può subentrare Arvedi». Ma certezze per i dipendenti? «Non possiamo sapere – ha affermato la presidente sollecitata da Riccardi – fintanto che Arvedi non avrà in mano il contratto. Fino a quel punto non è possibile aprire alcuna trattativa sindacale».
Nessun dubbio invece sull’accordo di programma che dovrà definire gli interventi da attuare sul sito: sarà pronto entro l’anno, ha confermato Serrcchiani. L’intesa avrà per oggetto anche gli interventi di bonifica. «Quanto costano? Chi mette i soldi?», incalzava Riccardi. Ci sono 240 mila tonnellate di rifiuti da smaltire. A proposito, ha annunciato la presidente, «gli interventi comporteranno per un periodo di tempo la necessità di accedere agli ammortizzatori sociali». C’è poi un altro quesito, a sua volta inevaso, riproposto dal grillino Andrea Ussai: lo studio epidemiologico commissionato dalla Regione. «Che fine ha fatto?». Il consigliere triestino ha messo in fila alla fine un po’ tutto: «L’accordo di programma non è ancora definito, manca il piano industriale, manca lo studio epidemiologico e l’Aia scade. Come facciamo?». Dipiazza: «Tanti auguri, presidente Serracchiani».
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