Ferriera, Rosato consulente Anche il centrodestra sapeva
«È vero, lo sapevamo. Già a dicembre, non ricordo in quale giorno, il sindaco Cosolini ci disse che avrebbe preso quale consulente per la riconversione di Servola Francesco Rosato.» Sandra Savino, assessore regionale a Programmazione e finanze, ma anche coordinatore provinciale del Pdl, non si nasconde dietro un dito: anche il centrodestra che al Comune è all’opposizione, così come la stessa maggioranza di centrosinistra, fin da dicembre era a conoscenza dell’incarico all’ex direttore della Ferriera indagato per le discariche abusive e cognato del segretario provinciale Pd. Nessuno però ha avuto nulla da ridire finché la notizia non è stata pubblicata sul Piccolo il 18 gennaio e ha scatenato le proteste solo di Lega Nord, Movimento 5stelle, Sel e Rifondazione comunista. «In autunno al Tavolo per la riconversione di Servola che presiedo in Regione - ricorda Sandra Savino - era emersa l’opportunità di affidarsi a un manager esperto come advisor. Avevo affermato che in tempi di spending review la questione era da valutare, poco dopo però, a dicembre, il sindaco mi ha informata che aveva dato la consulenza a Rosato per conto del Comune, non potevo certo intromettermi. Anche ora non ho nulla da commentare, non è il consulente del Tavolo sulla riconversione, è il consulente del Comune.»
«Non esiste l’istituto della censura di un’amministrazione nei confronti di un’altra amministrazione», concorda Piero Camber, consigliere comunale e regionale del Pdl che però non rinuncia a una censura personale e politica: «Rosato è stato per anni direttore della Ferriera di Servola, quindi partecipe di scelte che hanno portato lo stabilimento in uno stato di forte passività. Se ora è a conoscenza di soluzioni per rilanciare l’area dal punto di vista industriale oppure è a contatto con imprenditori disposti a venire a investire sul sito era suo dovere morale riferirne agli amministratori cittadini in modo completamenmte gratuito se non altro per non lasciare per strada cinquecento dipendenti dei quali era stato alla guida. É assurdo dare 47mila euro che non sono tanti, ma nemmeno pochi, non a una celebrità internazionale, ma all’ex direttore triestino. «Consulenza inopportuna» anche secondo il consigliere regionale Pdl Piero Tononi, che non aggiunge null’altro.
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