Ferriera, operai in piazza giovedì 14 Comincia una stagione “calda”
Preoccupati, stanchi, sconfortati, tormentati dall’idea d’esser stati presi in giro. Eppure attenti a evitare colpi di teatro, perché quando la fabbrica si spegnerà una volta per tutte vogliono avere la coscienza apposto, e lasciare quella non pulita, eventualmente, agli altri. I conti si fanno alla fine. Gli operai della Ferriera - a meno di improvvisi sbalzi di pressione che, comunque, non si possono escludere completamente - decidono di tenere la barra dritta e di continuare a lavorare senza atti plateali sulla pubblica via. E concedono, dal loro punto di vista, un’altra settimana di “credito” agli altri. Le istituzioni.
Il prossimo atto, la prossima discesa in piazza con tanto di manifestazione, la faranno infatti giovedì prossimo. Destinazione, appunto, piazza Unità. Lì aspetteranno faccia all’insù, per l’ennesima volta, le risposte, sul loro destino, dagli inquilini di palazzo. Così hanno deciso ieri, all’ora di pranzo, i dipendenti della Servola, riuniti in duecento all’assemblea convocata in sala mensa dai rappresentanti sindacali 48 ore dopo la visita in Prefettura del commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, il quale ha chiarito che - benché la chiusura non si farà da sera a mattina - la questione Trieste non è scorporabile dall’iter del gruppo siderurgico e quindi non possono arrivare, da lui, particolari garanzie occupazionali sul “dopo”.
L’individuazione del giorno della prossima manifestazione non è casuale. Proprio il 14 marzo Nardi tornerà infatti in città per sedersi, per la parte di competenza Lucchini, al tavolo delle istituzioni allestito nel palazzo della giunta regionale sul tema della riconversione. E da quel tavolo - lasciano intendere i rappresentanti sindacali - gli operai aspettano nuove. Buone nuove.
«In questo momento - spiega Umberto Salvaneschi dalla Fim-Cisl - non è in programma alcuna mobilitazione esterna, alcuno sciopero. Ci stiamo orientando verso una manifestazione da fare in concomitanza con l’incontro in Regione del 14. È quello per noi il tavolo vero, quello riguardante il protocollo d’intesa sulla riconversione. Per il resto, sul fronte industriale, possiamo chiedere di porre più che altro l’attenzione sugli arrivi nave e sui carichi di carbon coke che partono da qui per Piombino, affinché il sito di Trieste mantenga una sua economia in vista della chiusura». «Al tavolo del 14 - aggiunge Franco Palman dalla Uilm - devono venir fuori tutti gli attrezzi istituzionali per far fronte al percorso che abbiamo davanti. Ammortizzatori sociali, sì, ma pure formazione, ad esempio. Non può bastare un assegno, vanno create le condizioni per un rilancio della vita occupazionale delle persone. La politica deve fare uno scatto per recuperare e superare le posizioni del commissario. Se non arriveranno risposte... beh, la gente non è più disposta a fare sconti alla politica».
@PierRaub
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