Ferriera, nasce la cabina di regia sullo stop all’area a caldo
TRIESTE Fabio Scoccimarro, venerdì scorso, aveva chiesto al gruppo Arvedi il cronoprogramma della chiusura dell’area a caldo della Ferriera di Servola e la risposta è arrivata ieri. I tempi sono quelli annunciati: le operazioni partiranno entro fine febbraio e si chiuderanno verosimilmente tra la seconda e la terza settimana di marzo. Un lavoro dunque lungo circa una ventina di giorni, durante i quali sarà attiva una cabina di regia composta da Siderurgica triestina, Regione con l’assessorato all’Ambiente, Arpa, Vigili del fuoco e Azienda sanitaria.
I passi definitivi verso la “fermata” erano stati resi noti proprio nella riunione della scorsa settimana in cui la proprietà informò di avere ordinato i componenti tecnici e gli impianti necessari ad avviare le procedure di disattivazione di cokeria, agglomerato, altoforno e macchina a colare. Ma l’assessore regionale all’Ambiente aveva insistito in merito alle tempistiche. Ed è stato ascoltato. «Dopo il tavolo convocato in assessorato e la lettera formale con cui si chiedeva alla società il cronoprogramma della “fermata” dell’area a caldo della Ferriera – la precisazione di ieri –, Acciaierie Arvedi ha presentato la documentazione richiesta comunicando che le procedure cominceranno entro fine febbraio». L’iter è dunque sostanzialmente definito.
Gli uffici dell'amministrazione, fa sapere ancora Scoccimarro, «valuteranno la documentazione e la prossima settimana, come promesso, convocherò una conferenza stampa per spiegare cosa sta per succedere nello stabilimento siderurgico e gli eventuali inconvenienti che potrebbe comportare lo spegnimento dei vari impianti, anche se va ricordato che la società si avvale di esperti che già nel 2014 hanno spento la cockeria di Piombino, mentre a Trieste questo non avviene da oltre vent’anni».
Saranno gli stessi tecnici in passato alle dipendenze della toscana Lucchini a gestire il protocollo, a partire dallo stop alle fiamme del nastro trasportatore dell'agglomerato, cui seguirà la fermata della cokeria e infine dell'altoforno, che potrebbe arrivare alla disattivazione nella prima metà di marzo.
Secondo l’Arpa non mancheranno gli sforamenti, che saranno misurati attraverso le centraline di monitoraggio di Servola. Gli ultimi macchinari a spegnersi saranno quelli dedicati alla depurazione delle acque e le caldaie che producono il vapore che dalla Ferriera verrà inviato alla vicina Linde Gas, per ottenere l'azoto necessario a tenere in pressione e dunque in sicurezza gli impianti.
Le informazioni di dettaglio giunte ieri, osserva ancora Scoccimarro, «sono un ulteriore tassello che si aggiunge allo scambio di lettere di agosto con i massimi vertici del gruppo Arvedi che porterà Servola a un’industria finalmente ecosostenibile. Adesso tutte le energie della Regione si concentreranno sul controllo di questa fase delicata e alla tutela del livello occupazionale con il contributo di tutti gli enti coinvolti nell'Accordo di programma».
La seconda fase sarà poi quella della dismissione, in vista della quale andrà peraltro deciso l'eventuale passaggio di proprietà dei terreni all'Autorità portuale, con conseguente bonifica in capo a un soggetto diverso, individuato dalle istituzioni pubbliche. —
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