Ferriera: il consulente del Comune è cognato del segretario Pd
Non solo ex direttore della Ferriera, quella che adesso sembra accumulare ogni mese quasi tre milioni di euro di debiti, non solo indagato in un’inchiesta penale della magistratura per le discariche abusive nell’ambito dello stesso comprensorio, ma anche cognato di Francesco Russo, segretario provinciale e attualmente anche capolista al Senato del Pd, il partito del sindaco il quale l’ha nominato con una determina dirigenziale. Si moltiplicano, quasi come per un miracolo alla rovescia, i motivi di perplessità sulla consulenza da 47.795 euro affidata dal Comune a Francesco Rosato, il manager che dovrebbe predisporre un progetto e magari attrarre nuovi investitori per la riconversione dell’area di Servola per la quale dovrà essere posta particolare attenzione oltre che per il reinserimento dei lavoratori, anche per la salvaguardia ambientale, quella che la stessa Ferriera guidata da Rosato è stata accusata di non aver osservato.
Sotto il tiro ad alzo zero di Lega Nord, Movimento 5stelle, ma anche di Sel e Rifondazione comunista che pure fanno parte della maggioranza al Comune, era stato lo stesso Russo a mettere nero su bianco la difesa della consulenza a Rosato, senza del resto esplicitare il proprio vincolo di parentela. «La figura individuata insieme a tutte le forze politiche della maggioranza (particolare poi negato dagli altri partiti del centrosinistra) - aveva scritto Russo - non ha e non avrà nessun compito legato alle tematiche ambientali ma è stata scelta, anche dopo avere verificato il gradimento di numerose realtà economiche, sociali e sindacali, in quanto considerata la più qualificata per portare a Trieste quegli investimenti imprenditoriali che la città non ha saputo attrarre negli ultimi decenni». Credeva così di aver sgombrato il campo da ogni equivoco, ma la consulenza a Rosato sembra una sorta di matrioska con questioni di dubbia eleganza e di opportunità che si possono sfogliare come un carciofo: sotto quella del passato di ex direttore c’è l’inchiesta penale, sotto quest’ultima la parentela con il “capopartito” in città del sindaco. Ieri Russo ha dapprima scelto la strada dell’ironia: «Colpa mia? Semmai colpa di mia sorella se da 15 anni Rosato è mio cognato». Poi per un attimo ha tentato di prendere le distanze: «É stata una decisione presa dal sindaco di cui non ero assolutamente a conoscenza. Se Cosolini avesse chiesto consiglio a me, probabilmente lo avrei dissuaso dallo scegliere mio cognato sapendo le grane che sarebbero potute derivarmi». Alla fine Russo cambia ancora registro: «È stata fatta la scelta migliore che si potesse fare, si tratta di un manager stimato a livello nazionale e internazionale, sul quale è stato manifestato apprezzamento sia da parte di Confindustria che dei sindacati. L’obiettivo del sindaco è lo stesso del Partito democratico: salvare il posto di lavoro di mille persone che già ad aprile rischiano di trovarsi in strada. Una persona va giudicata per ciò che fa, bisogna attenderlo alla prova e poi eventualmente parlare. Ciò che è veramente poco elegante e opportuno è fare gossip giocando sulla pelle di mille persone per qualche misera frazione di percentuale elettorale».
E a favore della scelta di Rosato intervengono con una lettera alle istituzioni tutti i capo-area dello stabilimento. «Riconosciamo la coraggiosa scelta del sindaco - affermano - di arrivare all’incarico di consulenza di cui oggi alcuni esponenti di forze politiche non in grado di formulare proposte concrete e tangibili ne confutano il proposito e ne attaccano in maniera ottusa e strumentale la persona. Noi crediamo invece che la strada intrapresa sia quella più idonea per entrare nel merito delle questioni.»
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