Ferriera di Trieste, la replica della società: «Accuse diffamatorie sulle polveri di Servola»
TRIESTE «La Ferriera rispetta i limiti di legge». E uno. «Le centraline di rilievo della qualità dell’aria presentano valori nella norma». E due. «I danni alla salute dalle polveri sono esclusi». E tre. Titoli riassuntivi di un comunicato di Siderurgica Triestina «in merito agli ultimi accadimenti sulla Ferriera di Servola»: 6.808 battute per sgretolare lo studio Gatti, quello che sostiene la persistenza dell’inquinamento atmosferico, con conseguenti danni alle persone, e lo attribuisce alla Ferriera. Nemmeno un dubbio per l’azienda. Tanto meno la prudenza di Debora Serracchiani e Roberto Cosolini che, ventiquattr’ore fa, hanno chiarito che se la qualità dell’aria non migliora, l’area a caldo si chiude (nella centralina della discordia, via San Lorenzo in Selva, 220 metri dalla cokeria e 160 dalle case, si resta ancora sopra i limiti sia sul benzopirene che sulle polveri fini).
Siderurgica Triestina contesta in toto l’indagine affidata dai parlamentari Lorenzo Battista e Aris Prodani al laboratorio Nanodiagnostics della professoressa Antonietta Gatti. «I tre pilastri sui quali poggia il nuovo stabilimento siderurgico di Servola che non è più solo una Ferriera – dichiarava, del resto, solo pochi giorni fa al “Piccolo” Andrea Landini, presidente e ad della società creata ad hoc per l’acquisizione dello stabilimento triestino da parte del gruppo Arvedi – sono la reindustrializzazione, la messa in sicurezza dei suoli e il risanamento degli impianti». Per riuscirvi «solo nel 2015 spenderemo 120 milioni».
Con questa premessa, a 48 ore dalla denuncia di Gatti, Siderurgica Triestina parla di «accuse infondate e diffamatorie». Nel mirino dati «non riscontrabili, frutto di uno studio privato che non presenta caratteristiche e canoni richiesti dalla comunità scientifica e dai tecnici delle istituzioni competenti». In un contesto in cui «la Ferriera è autorizzata a emettere polveri, purché restino in un quantitativo inferiore allo specifico limite di legge stabilito dalla comunità internazionale per rendere possibile lo svolgimento di attività industriali». E la Ferriera «rispetta certamente questo limite».
Un’affermazione confortata, almeno in parte, dalle rilevazioni fornite dal Comune in occasione degli incontri organizzati in Prefettura dalla commissione Ambiente del Senato. Rilevazioni sul benzopirene, inquinante presente (centralina di via San Lorenzo in Selva) da 5 a 6 volte e mezza più del consentito (1 nanogrammo per metro cubo) dal 2008 al 2010 per poi scendere a 4,1 nel 2011 e, a seguito delle ordinanze comunali, a 3,5 nel 2012 e a 1,3 nel 2013. Lo stop dell’altoforno e la riduzione della produzione di coke nel 2014 ha abbattuto a 0,7 la percentuale di benzopirene, risalita a 1,5 da gennaio a maggio 2015 (ma a 0,6 in via Pitacco e a 0,4 in via Svevo, dove il calo sembra strutturale dal 2012), dopo che a fine ottobre 2014 è ripartita l’attività dell’area ghisa e sono iniziati altri lavori di adeguamento previsti dall’accordo di programma.
Il Comune ha anche illustrato gli sforamenti di Pm10, le particelle inquinanti dell’aria, rilevati nelle stazioni della rete Arpa: a fronte di un numero massimo di 35 superamenti dei 50 microgrammi per metro cubo, a metà luglio se ne contavano 82 sempre in via San Lorenzo in Selva, ma 14 in via Pitacco, 10 in via Svevo e 7 in via Carpineto.
Dati anche in questo caso ufficiali che non toccano l’aspetto del deposito delle polveri evidenziato dalla professoressa Gatti in conferenza stampa, ma che Siderurgica Triestina non dimentica di sottolineare, mentre continua a sostenere che la controversa centralina di via San Lorenzo «misura le performance dell’impianto, non la qualità dell’aria». «E in ogni caso - rimarca ancora la società - i dati evidenziano misure di benzopirene nettamente inferiori al passato».
La conclusione di Siderurgica Triestina è che, «nonostante non esista un problema di emissioni, l’azienda sta lavorando per migliorare le performance ambientali dell’impianto». L’impegno è di continuare a farlo assieme a Regione, Comune ed enti di controllo «nella complessa opera di sviluppo tecnologico e ambientale dell’impianto che, come noto a coloro che mantengono serenità di pensiero, richiede tempi tecnici minimi e definiti. La qualità del lavoro, la salute degli addetti e dei cittadini, il rispetto dell’ambiente – è la garanzia – sono elementi cardine dell’agire di Siderurgica Triestina. Amareggia la speculazione di taluni soggetti che perseguono finalità ben diverse rilasciando dichiarazioni categoriche e diffamanti».
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