Ferriera di Trieste, due incidenti in 24 ore: timori fra gli operai

Non solo lo scoppio di lunedì in cokeria: domenica corto circuito e fiammata alla centrale elettrica

TRIESTE L’esplosione del tubo di gas avvenuta lunedì in Ferriera non è un incidente isolato. Soltanto il giorno prima, un compressore della centrale elettrica è andato in corto circuito sviluppando una fiammata che avrebbe potuto anche in questo caso ferire gravemente un lavoratore. L’episodio è emerso ieri e non risulta sia stato comunicato alle autorità competenti. Nel frattempo il gruppo Arvedi si difende in merito alla perdita di gas di lunedì, mentre l’assessore regionale Alessia Rosolen invita l’azienda a mantenere i livelli di sicurezza. Il tutto avviene in un quadro incerto, con il rapporto sulle condizioni di lavoro nello stabilimento consegnato solo ieri dall’Azienda sanitaria alla Prefettura: proprio all’indomani dell’esplosione e venti giorni dopo l’incontro tra il prefetto Valerio Valenti e i sindacati.

Poco si sa al momento del precedente della centrale elettrica. Da quanto emerge, domenica sarebbe saltato il motore di uno dei cinque compressori a servizio della struttura. In Ferriera al momento ne funzionano due: il macchinario era sotto stress e al momento dell’accensione è andato in corto, producendo una fiammata che ha fatto spalancare le porte del grosso contenitore metallico che lo ospita. Se un addetto fosse passato in quel momento, avrebbe ricevuto un colpo capace di sbalzarlo per metri, senza nemmeno pensare al possibile effetto della fiammata. Ce n’è abbastanza perché fra gli operai serpeggi sempre più forte il desiderio di un rapido spegnimento dell’area a caldo, come emerge anche dalle dichiarazioni dei sindacalisti, secondo cui l’impianto vive un limbo di insicurezza per l’assenza di manutenzioni programmate.

Il gruppo Arvedi chiarisce intanto in una nota le ragioni dell’esplosione verificatasi lunedì nella cokeria, a causa della formazione di una sacca di gas e aria rovente nella galleria di inversione per via di un trafilamento di gas da un collettore. L’azienda parla di «scoppio di modesta entità, senza danni a cose o persone». Acciaierie Arvedi precisa che «il tratto del collettore è oggetto di un programma di bonifica partito a luglio con sostituzione progressiva di tutti i tubi con componenti nuovi. Nella mattinata del 27 il personale di controllo ha identificato una possibile perdita da un collettore, avviando le procedure di ulteriore controllo, isolando l’area e sistemando in zona le apparecchiature di pronto intervento. L’azienda ribadisce l’assoluta idoneità delle procedure», ma il comunicato ammette di fatto che, dopo l’individuazione del problema e l’isolamento dell’area dal possibile passaggio di operai, non si è riusciti a evitare lo scoppio.

L’assessore Rosolen stigmatizza la situazione: «Ci sono due temi su cui il gruppo Arvedi ha al momento responsabilità esclusiva e su cui deve garantire continuità: da una parte il futuro dei lavoratori e dall’altra la loro sicurezza e quella ambientale. La conclusione degli appalti esterni alle ditte di manutenzione non aiuta di certo e credo che la prima responsabilità del titolare dell’impianto sia garantire fino all’ultimo giorno che il percorso di dismissione avvenga in totale sicurezza». Si tratta di quanto ribadito anche dal prefetto Valenti nell’incontro con i sindacati sulla sicurezza: Valenti preferisce non commentare l’incidente, limitandosi a spiegare nella mattinata di ieri di essere ancora «in attesa del rapporto chiesto dopo la riunione all’Azienda sanitaria sulla situazione complessiva della sicurezza nell’impianto». Responsabile del procedimento è l’ingegner Renzo Simoni, dirigente della struttura Prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro, che chiarisce nel pomeriggio che «l’Azienda sanitaria ha fatto il suo sopralluogo la scorsa settimana e relazionato proprio stamattina alla Prefettura». Dopo venti giorni d’attesa, la relazione è stata dunque inoltrata proprio il giorno dopo l’incidente del tubo.

La batteria dei forni della cokeria ha intanto ripreso a lavorare, mentre i sindacati hanno incontrato la direzione della Ferriera dopo lo scoppio. Come spiega Cristian Prella (Failms), «abbiamo ribadito di non condividere i tagli alle manutenzioni: poco importa che il trafilamento fosse sotto controllo, ora bisogna subito attivare un tavolo per il monitoraggio della dismissione, portare al minimo la produzione e aumentare le ditte di manutenzione. L’azienda si è impegnata su quest’ultimo punto». Marco Relli (Fiom) sottolinea che «non sono previsti scioperi, ma se rileveremo situazioni pericolose ci attiveremo immediatamente: serve un incontro immediato con l’azienda per scongiurare rischi per i lavoratori». Per Antonio Rodà (Uilm), «l’episodio testimonia la necessità di una gestione molto attenta dello spegnimento. La situazione è presidiata ma siamo preoccupati: ci auguriamo che la fermata avvenga in tempi rapidi per evitare che si faccia male qualcuno». —


 

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