Ferriera di Trieste, 32 addetti alla nuova newco entro fine settembre
TRIESTE Dopo l’avvio dei primi lavori propedeutici allo smantellamento dell’area a caldo, il percorso di riconversione della Ferriera di Servola batte il primo colpo sul fronte della complicata architettura di società pensata per realizzare il passaggio dei terreni dal gruppo Arvedi a Piattaforma logistica Trieste. L’amministratore delegato di Siderurgica triestina Paolo La Bruna ha comunicato a sindacati e Confindustria l’imminente nascita della newco prevista dall’Accordo di programma.
La nuova società gestirà la banchina che Arvedi continuerà a utilizzare nei prossimi anni per movimentare materie prime. Ma la newco sarà prima di tutto il perno su cui far ruotare lo scambio di proprietà e concessioni all’interno del comprensorio. Al termine dell’operazione, Plt verserà 21 milioni al gruppo dell’acciaio e acquisirà il controllo dell’area oggi gestita da Arvedi e domani sede del terminal terrestre che sorgerà a servizio della Piattaforma logistica e del futuro Molo VIII.
Dopo la firma dell’Adp, la creazione della newco emerge in seguito alla comunicazione inviata da Siderurgica triestina per annunciare alle parti sociali il trasferimento di ramo d’azienda. La società fondata da Arvedi con il compito di gestire i traffici logistici generati dalla Ferriera trasferirà entro il 30 settembre «tramite scissione un ramo d’azienda consistente in risorse materiali e umane finalizzate allo svolgimento dell’attività logistica alla costituenda Società logistica giuliana srl», sempre controllata da Cremona.
Ma lo scopo principale è un altro. Nell’ambito dell’investimento da 130 milioni programmato da Plt e Icop, il piano industriale ne prevede 21 per acquistare Società logistica giuliana e con essa subentrare nella proprietà dei terreni dell’area a caldo e nella concessione della linea costiera antistante la Ferriera. Lo schema prevede uno scambio alla pari fra i terreni dell’area a caldo di proprietà di Arvedi e quelli che l’Autorità portuale si è limitata a dare in concessione al gruppo siderurgico per impiantarvi l’area a freddo. In questo modo il gruppo dell’acciaio diventerà proprietario della zona dove sorge il laminatoio e smetterà di pagare la concessione da un milione all’anno circa.
L’operazione avviene col beneplacito dell’Agenzia del demanio, che a sua volta sdemanializzerà la zona dell’area a freddo e demanializzerà quella dell’area a caldo. I terreni che oggi ospitano altoforno e cokeria passeranno così dalla proprietà privata a quella pubblica. E spetterà a quel punto all’Autorità portuale bandire una gara per la concessione della superficie: scontato che la gara pubblica sarà vinta dalla newco, unico soggetto interessato all’ingresso.
Il passaggio dei 21 milioni avverrà allora, permettendo a Plt di acquisire la newco e dunque la concessione dei terreni e del fronte mare, dove sorgerà il terminal stradale e ferroviario. Parisi e Petrucco erediteranno 32 dei 38 dipendenti attualmente impiegati da Arvedi e gestiranno per suo conto un servizio basato da una parte sull’arrivo a Servola di rottami, ghisa e minerali di ferro da trasportare a Cremona per le successive lavorazioni e, dall’altra, sulla partenza da Trieste dei laminati che usciranno dall’area a freddo.
Il primo passo è lo scorporo del ramo d’azienda, che «avverrà – continua la lettera di La Bruna – presumibilmente entro il 30 settembre». Coinvolti nel passaggio sono 25 operai e sette impiegati, ma il gruppo Arvedi assicura che «non ci saranno conseguenze economiche, giuridiche e sociali per gli addetti al ramo di azienda ceduto», che continueranno a svolgere lo stesso lavoro sotto le nuove insegne di Società logistica giuliana e che saranno di fatto il primo nucleo a venire assunto dagli imprenditori Francesco Parisi e Vittorio Petrucco per lo sviluppo logistico dell’area. —
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