Ferriera di Servola, 172 milioni nel piano industriale di Arvedi

Presentate al ministero le strategie industriali: 25 milioni investiti per la bonifica. Per i nuovi impianti servono 380 addetti. Serracchiani: "Auspichiamo di concludere l'iter in tempi brevi"
La Ferriera di Servola
La Ferriera di Servola

Un investimento complessivo di 172 milioni (ai quali si aggiungono 41 milioni di soldi pubblici). In particolare, un primo periodo con l’assetto produttivo attuale: altoforno (450mila tonnellate all’anno di ghisa), cokeria (55 sfornamenti al giorno per 230mila tonnellate all’anno) e agglomerato (540mila tonnellate all’anno). Poi la valutazione sul mantenimento o meno della produzione di ghisa e della cokeria e comunque lo sviluppo di un nuovo complesso metallurgico a freddo con 340 addetti e una piattaforma logistica di intermodalità marittimo-ferroviaria con altri 40 addetti.

Nella giornata in cui al Ministero dello sviluppo economico a Roma si è impostato il secondo Accordo di programma per Servola che contiene anche la definizione degli impegni del nuovo proprietario e si stabilisce che sarà Invitalia il soggetto esecutore per la bonifica ambientale dell’area, viene messo finalmente sul tavolo il Piano industriale di Siderurgica Triestina, la società al 100% di Finarvedi che sta portando a compimento l’acquisto della Ferriera.

Sul fronte ambientale Arvedi nel corso del 2014 e del 2015 investirà 25 milioni di euro dei quali 15 per il risanamento degli impianti per ottemperare alle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia) e 10 per la messa in sicurezza dei suoli, ai quali aggiungere ulteriori 10 per la copertura di perdite di esercizio dovute «all’iniziale inefficienza strutturale del ciclo produttivo». Parte di questi investimenti saranno coperti dai crediti vantati da Servola spa (22 milioni) garantiti dal bando di vendita.

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Nel Piano industriale si fa rilevare come al termine di un’eventuale dismissione della cokeria si renderà disponibile un’area di 50mila metri quadrati che sarà riconvertita a retroportuale. La vecchia banchina dello stabilimento sarà attrezzata con gru mobili gommate e consentirà una capacità di scarico aggiuntiva di circa 400mila tonnellate all’anno di rinfuse e prodotti finiti portando così la capacità complessiva dell’hub portuale multipurpose a circa 2,5 milioni di tonnellate. Nel corso del 2015 e del 2016 ulteriori iniziative produttive e logistico-portuali verranno sviluppate anche alla luce delle sinergie con le altre aziende del Gruppo Arvedi e Siderurgica Triestina potrebbe anche prendere in considerazione l’acquisto dell’asset energetico (la centrale Elettra, ndr).

Il Piano complessivo prevede un investimento totale, come detto, di 172 milioni di euro, di cui 20 nel 2014, 120 nel 2015 e 32 nel 2016 con ricorso a finanziamenti a medio e a lungo termine e interesserà lo sviluppo sia delle aree di proprietà (200mila metri quadrati) che demaniali (320mila). Per quanto riguarda il nuovo complesso metallurgico a freddo produrrà: laminato a freddo ricotto, laminati per lo stampaggio a caldo per l’industria automotive, acciaio magnetico a grano non orientato per macchine rotanti. L’assetto è studiato per una produzione annua di un milione di tonnellate di prodotti finiti. Il laminato a caldo sarà trasportato via ferrovia a forma di rotoli (coils) del peso di circa 30 tonnellate. Per la realizzazione del nuovo complesso sarà necessario ampliare la superificie coperta utilizzando il capannone dell’ex acciaieria e praticamente raddoppiando l’area attuale. Al totale di 230 addetti alla linee di produzione, se ne aggiungeranno 50 per la manutenzione e altri 60 per le funzioni di programmazione e logistica per un totale complessivo (per il complesso metallurgico a freddo) di 340 addetti. Il personale oggi impiegato a Servola dovrà fare un periodo di formazione e tirocinio nei siti produttivi del Gruppo Arvedi, a Cremona e Sestri Levante.

La banchina, dove opereranno altri 40 dipendenti, sarà utilizzata come polo intermodale per l’aprovvigionamento di rottame, ghisa e minerali di ferro preridotto per il sito di Cremona e per la spedizione dei prodotti finiti destinati all’area del Mediterraneo e del Medio Oriente. Si prevede una movimentazione via rotaia di un milione di tonnellate all’anno di coils sulla direttrice Cremona-Servola e di 800mila tonnellate di materie prime nella direzione opposta.
 

 

 

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