Ferriera, definito l’iter dello stop: altoforno spento a metà marzo
TRIESTE. Il gruppo Arvedi ha ordinato i componenti tecnici e gli impianti necessari per l’avvio dello spegnimento dell’area a caldo della Ferriera. L’azienda ha spiegato che sarà l’arrivo di questo materiale a consentire nelle prossime settimane la partenza delle procedure di disattivazione di cokeria, agglomerato, altoforno e macchina a colare. La fermata richiederà fra le tre e le quattro settimane, durante le quali sarà attiva una cabina di regia composta da Siderurgica triestina, Regione, Arpa, Vigili del fuoco e Azienda sanitaria.
Sono queste le informazioni emerse durante l’incontro presieduto ieri dall’assessore regionale all’Ambiente Fabio Scoccimaro. L’esponente della giunta Fedriga ha chiesto ai tecnici della Ferriera di presentare un cronoprogramma, che si dividerà nelle due fasi di fermata e di dismissione. La prima sarà gestita dall’azienda, ma per la seconda bisognerà capire se ci sarà il passaggio di proprietà dei terreni all’Autorità portuale, che significherebbe l’attuazione della bonifica da parte di un soggetto diverso, individuato dalle istituzioni pubbliche.
La road map richiesta alla società consentirà agli uffici della Regione di apprestare la nuova Autorizzazione integrata ambientale, facendosi trovare pronti non appena verrà apposta la firma al nuovo Accordo di programma, che attende proprio l’esito della trattativa sui terreni fra l’ad Mario Caldonazzo e il presidente Zeno D’Agostino. Con il cronoprogramma in mano sarà possibile determinare aspetti amministrativi, tecnici e di comunicazione, che verranno gestiti dalla cabina di regia affidata alla Direzione centrale Ambiente.
Scoccimarro ha chiesto ad Arvedi di evidenziare cosa lo spegnimento significherà in termini di emissioni: l’Arpa prevede sforamenti, che saranno misurati attraverso le centraline di monitoraggio di Servola. Il primo passaggio sarà lo stop alle fiamme del nastro trasportatore dell’agglomerato, seguirà la fermata della cokeria e si passerà infine all’altoforno, che potrebbe arrivare alla disattivazione nella prima metà di marzo. Gli ultimi macchinari a spegnersi saranno quelli dedicati alla depurazione delle acque e le caldaie che producono il vapore che dalla Ferriera verrà inviato alla vicina Linde Gas, per ottenere l’azoto necessario a tenere in pressione e dunque in sicurezza gli impianti.
Il tutto sarà gestito dai tecnici di Arvedi, che sono stati in passato alle dipendenze dello stabilimento Lucchini di Piombino lavorando alle operazioni di fermata del 2014. In attesa dell’arrivo delle componenti impiantistiche aggiuntive, l’azienda ha precisato di voler consumare la maggior quantità possibile di materie prime: gli avanzi saranno invece venduti in modo da liberare il sito da carbone e minerali.
«Dopo l’iter avviato quest’estate dalla Regione – dice Scoccimarro – il treno è partito con questi colloqui tecnici e andremo incontro allo spegnimento nelle prossime settimane: non giorni ma neppure mesi. Il gruppo Arvedi attende alcuni materiali e ha già in casa le professionalità necessarie. Alla fermata seguirà la bonifica vera e propria per passare da un’industria impattante a una pulita. Con la cabina di regia ci coordineremo e daremo tutte le informazioni ai cittadini non appena possibile».
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