Ferriera, con Arvedi riparte anche l’indotto
L’arrivo di Arvedi ha già rimesso in moto anche l’indotto della Ferriera di Servola, che a pieno regime come negli anni scorsi quando era produttiva anche la Sertubi, potrebbe tornare a dar lavoro a oltre trecento persone. Il fermo impianti con l’esecuzione delle operazioni necessarie al loro risanamento ha riaperto la porta ai lavoratori esterni e ora le ditte subappaltatrici sono in attesa di nuovi contratti.
«È dai primi di settembre che abbiamo ripreso a ranghi completi - riferisce Marco Pitteri, titolare di Sprea, ditta specializzata in pulizie industriali e navali - abbiamo ricominciato a impegnare in Ferriera tutti i nostri 13 dipendenti, impiegati in particolare nelle operazioni di pulizia e di bonifica nei vari settori». «In questo momento nello stabilimento di Servola ci sono ben quattro cantieri aperti - spiega Eric Renzi, titolare di Azeta iniziative - rispettivamente nell’altoforno, nell’agglomerato, nella macchina a colare e infine nell’ex acciaieria deve verrà collocato il nuovo laminatoio a freddo. Noi forniamo ricambi e manutenzione negli ambiti della meccanica e della carpenteria. Dei nostri 45 dipendenti, 12 sono tornati a operare stabilmente in Ferriera mentre fino a qualche settimana fa non erano più di 5». Anche Petrol Lavori, grossa azienda che opera in campo industriale e navale, ha “ridistaccato” cinque persone a Servola utilizzate nella pulizia degli impianti.
Ma incomincia a vedere la luce in fondo al tunnel anche la principale azienda dell’indotto servolano, la Step srl, i cui tecnici e operai sono tradizionalmente impegnati in Ferriera in compiti legati alla manutenzione e al controllo degli impianti industriali, elettrici e meccanici, ma eseguono anche lavori di carpenteria, meccanica e tubisteria, mentre a una parte di loro, addetti alla sicurezza, è anche affidato il delicato compito del controllo delle emissioni nell’ambiente.
«Gradualmente il lavoro sta riprendendo anche per noi - rivela Pompeo Tria, presidente di Step - prima 20, poi 25 dei nostri sono tornati a Servola. Qualche anno fa erano in 42, ma ora contiamo di superare anche quel numero. Ho fiducia in Arvedi, lo considero oltre che un imprenditore di successo con numeri eccezionali anche una persona estremamente concreta: il suo intervento può essere decisivo per l’economia e l’occupazione a Trieste. Veniamo, come tanti del resto, da un periodo estremamente duro, la crisi della Lucchini ci ha fatto perdere un milione di euro che rischiamo di non recuperare più, abbiamo bisogno di tornar a lavorare a pieno regime». Pressoché tutte le aziende subappaltatrici vantano crediti dalla Lucchini che anche prima dell’amministrazione controllata, pagava in forte ritardo. Esattamente due anni fa Marco Pitteri di Sprea paventava il rischio di dover chiudere l’azienda dopo oltre cinquant’anni di attività. Eric Renzi di Azeta iniziative lamentava periodi di cassa integrazione causati da insolvenza della Ferriera che pagava in ritardo. Ora le ditte subappaltatrici sono in attesa dei nuovi contratti per far cessare queste difficili situazioni. Dentro la Ferriera entro il 31 dicembre torneranno a lavorare 410 dipendenti diretti e ad essi entro la stessa data potrebbero aggiungersi un paio di centinaia di persone dell’indotto.
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