Ferriera, Arvedi: «Il piano antiemissioni funziona»

Siderurgica Triestina divulga i dati dopo i primi interventi a cokeria e altoforno e rivendica il pieno rispetto degli impegni
Operai davanti alla Ferriera di Servola
Operai davanti alla Ferriera di Servola

TRIESTE Siderurgica Triestina batte un colpo, a quattro giorni dalla partecipata manifestazione organizzata dal Comitato 5 dicembre con quattromila persone (dato riferito dalla Questura) a sfilare in città scandendo lo slogan «la salute non si tocca» per dire basta all’inquinamento della Ferriera di Servola. L’emanazione locale del gruppo Arvedi, la proprietà dello stabilimento, sceglie di prendere la parola - accogliendo l’auspicio dei sindacati - per portare «il proprio contributo al dibattito che anima la città di Trieste», come recita una nota diramata ieri. «L’azienda, che rivendica la serietà e l’impegno con cui sta realizzando tutti gli interventi previsti, nel pieno rispetto del cronoprogramma concordato con le istituzioni - recita la comunicazione - condivide e si fa responsabilmente interprete del desiderio dei triestini di coniugare ambiente, lavoro e salute».

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L'incontro di Arvedi con i dipendenti della Ferriera

Siderurgica Triestina vuole inaugurare l’era della condivisione dei dati disponibili relativi all’esito degli «interventi concordati», anche nel rispetto della recente Aia. Ed ecco che snocciola informazioni sui risultati seguenti l’entrata in funzione dell’impianto di aspirazione della cokeria (brevetto Arvedi) unitamente al potenziamento dell’aspirazione polveri sull’altoforno. Capitolo benzo(a)pirene: «Dall’entrata in funzione del nuovo sistema di aspirazione della cokeria, il livello di benzo(a)pirene rilevato dalla centralina più vicina all’impianto (via San Lorenzo in Selva) si è mantenuto ampiamente sotto il limite previsto di 1 nanogrammo per metrocubo, con una media di 0,6 nanogrammi per metrocubo». A ruota, sulle Pm10, «il dato significativo è che, grazie all’attivazione dell’aspiratore della cokeria, per la prima volta le centraline di rilevazione di via Svevo, via Pitacco e via San Lorenzo in Selva restituiscono dati allineati, a differenza di quanto avveniva in precedenza, quando San Lorenzo in Selva attestava sempre valori significativamente più elevati» rispetto alle altre due.

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Una veduta dell'area della Ferriera

C’è poi il riscontro sulla quantità di polveri captate: «L’impianto di cui al brevetto Arvedi, in fase di test, riesce a captare e recuperare ogni giorno circa 1100 chili di polveri costituite dalla frazione “fisiologica” di produzione che le stesse norme internazionali ritenevano non captabili. Questo significa 1100 kg in più ogni giorno di polveri captate rispetto alla precedente gestione, che vengono recuperate e nuovamente immesse nel ciclo produttivo». A ciò si lega la limitazione della dispersione delle polveri: i primi dati sui valori deposimetrici «mostrano negli ultimi mesi un significativo calo delle polveri depositate su tutta la rete dei deposimetri, la cui diminuzione è avanzata di pari passo con gli interventi sugli impianti. Da agosto 2015 in avanti i valori deposimetrici sono sempre rimasti al di sotto del limite di polverosità fissato dall’Aia rilasciata nelle scorse settimane (250 milligrammi per metro quadrato al giorno): oggi si rilevano valori simili a quelli misurati con produzione pressoché ferma», conclude l’azienda facendo riferimento al novembre 2014. E cogliendo inoltre la palla al balzo per ribadire che il 7 maggio prossimo si terrà l’open day in cui Siderurgica mostrerà alla cittadinanza gli interventi realizzati e il nuovo laminatoio per la produzione a freddo. Nel frattempo, assicura, «proseguirà con la condivisione di ulteriori dati sui risultati conseguiti appena disponibili».

Intanto il consigliere comunale Roberto Decarli (Trieste cambia) si rivolge al Comitato 5 dicembre: «Afferma contemporaneamente tre cose. La salute viene prima di tutto, il lavoro va tutelato e, soprattutto, non si può chiedere alla città di pazientare. Quindi bisogna salvaguardare sia i posti di lavoro che la salute e bisogna farlo in tempi zero. Come? L’unica soluzione è il piano di Arvedi, che però richiede ancora del tempo, ma il comitato afferma di non essere disposto a concederne. L’altra strada, paventata dai più, è la chiusura dell’area a caldo, ma questo comporterebbe la perdita di centinaia di posti di lavoro. La maturità, soprattutto per chi rappresenta la cittadinanza o una sua parte, sta proprio nel fare delle scelte. Attendo di sapere la loro (dei rappresentanti del Comitato, ndr)». Oggi alle 10.30, al Caffè San Marco, l’associazione NoSmog e i parlamentari Lorenzo Battista e Aris Prodani parleranno della nuova Autorizzazione integrata ambientale concessa al gruppo Arvedi e verranno presentate le nuove iniziative parlamentari sulle «persistenti criticità ambientali e sanitarie».

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