Ferriera, Arvedi apre a due anni di cassa più “ricca”
TRIESTE Proprietà e sindacati (a eccezione della Fiom) escono dalla sede del Mise ottimisti sulla possibilità di chiudere a breve l’accordo sindacale relativo alla riconversione della Ferriera di Servola. Il confronto si conclude a metà pomeriggio con l’intesa di scambiarsi oggi stesso una versione definitiva dell’intesa, che entro i primi giorni di gennaio dovrà essere votata dai lavoratori dello stabilimento e approvata dal cda del gruppo Arvedi, prima di venire allegata all’Accordo di programma che sarà a questo punto firmato con ogni probabilità a gennaio. Mercoledì 8 è già fissato un nuovo incontro al ministero, stavolta nell’ambito del gruppo che lavora alla stesura del nuovo Adp.
Al ministero dello Sviluppo economico si confrontano ancora una volta soltanto azienda e sindacati. La Regione è assente nonostante la disponibilità dell’assessore Alessia Rosolen e la richiesta delle rappresentanze dei lavoratori, ma non si tratta di una scelta della giunta Fedriga, che semplicemente non risulta nemmeno stavolta invitata alla trattativa.
Nell’ultima assemblea in fabbrica i lavoratori avevano dato mandato ai sindacati di proseguire nel confronto a patto di chiarire una serie di punti ritenuti dirimenti ed è quello che Fim, Uilm, Usb e Fialms ritengono sia avvenuto ieri. Di avviso ben diverso la Fiom, il cui delegato Marco Relli abbandona il tavolo anzitempo, non accettando l’assenza della Regione e contestando alla base la chiusura dell’area a caldo, come già avvenuto nel corso della riunione precedente.
Le altre sigle sono invece soddisfatte dell’esito del confronto aperto con l’ad del gruppo Arvedi Mario Caldonazzo, a sua volta ottimista dopo i passi avanti fatti. I sindacati evidenziano di aver ricevuto sufficienti garanzie sull’assenza di esuberi come esito della riconversione, sul futuro dei cinquanta dipendenti che saranno impegnati nelle bonifiche, sul ricorso agli ammortizzatori sociali e sulle clausole di salvaguardia da far scattare qualora il piano industriale non rispettasse gli impegni. Di particolare rilievo l’impegno dell’azienda sul fronte della cassa integrazione, che dovrebbe durare due anni, essere aumentata a spese di Siderurgica e poggiare su una rotazione al 100%, in modo da garantire a tutte le maestranze i salari più alti possibile.
Positiva la valutazione della Fim Cisl: per Umberto Salvaneschi, «si è andati molto avanti e le nostre richieste sono state accolte, ma nulla si farà senza il referendum dei lavoratori. Ora serve un tavolo territoriale per impegnare Regione, Autorità portuale e Comune su livelli occupazionali e formazione». Antonio Rodà della Uilm conferma «l’ipotesi di accordo raggiunta, chiarendo aspetti su occupazione e cassa integrazione: stiamo valutando la data per convocare i lavoratori». Sasha Colautti per la Usb evidenzia che «l’incontro è andato piuttosto bene e ci sono solo le virgole da limare, ma deve essere l’Accordo di programma a blindare la riconversione e a garantire il ruolo delle istituzioni». La Fiom è l’unica voce critica: per Marco Relli «l’azienda si impegna su esuberi zero ma non sappiamo se significa essere assunti a Cremona». —
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