Ferriera, agosto in “cassa” per 300 operai

Nessuno vuole pagare, si fermano gli interventi sull’altoforno. In banchina solo tre giorni di lavoro per scaricare il carbone
Il reparto a caldo della Ferriera
Il reparto a caldo della Ferriera

La Lucchini si sta “sfilando” dallo stabilimento di Servola e il Gruppo Arvedi, tramite Siderurgica Triestina, sta appena perfezionando l’offerta d’acquisto. In questo “limbo” i lavoratori sono rimasti abbandonati a se stessi tanto che dall’inizio del mese prossimo, facendo un conto a spanne, potrebbero diventare addirittura trecento, cioé i due terzi dell’organico, quelli in cassa integrazione a zero ore (attualmente a zero ora sarebbero soltanto una settantina), con effetti che incominciano ad essere rilevanti sull’intero tessuto sociale ed economico cittadino.

Le modalità della “cassa” per agosto saranno definite nella settimana entrante, ma Franco Palman (Uilm) e Christian Prella (sindacato autonomo Failms), riferiscono che la comunicazione è già stata fatta a tutte le sigle dalla responsabile del personale della Servola spa, Alessia Zeppa: non è stato raggiunto un accordo tra amministrazione straordinaria e Arvedi su chi deve finanziare la prosecuzione dei lavori sull’altoforno che di conseguenza si fermano. «Saranno messi in cassa i dipendenti che ancora in questi giorni sono impiegati in questi lavori - specificano - quelli utilizzati in operazioni di manutenzione della macchina a colare e dell’agglomerato, mentre per gli addetti alla banchina sono previste soltanto tre giornate di lavoro a metà agosto allorché arriverà la nave di carbone con un carico, ci è stato specificato, non di 60mila tonnellate come previsto in un primo tempo, bensì di 30mila soltanto».

Ferriera, offerte entro il 28 luglio
La Ferriera di Servola

Il carbone serve ad alimentare la cokeria, unico reparto ancora in funzione in Ferriera, però a mezzo servizio: all’incirca 46 forni al giorno a confronto degli usuali 96. Una situazione complessiva di enpasse che rischia di provocare un ulteriore deterioramento dei già obsoleti impianti.

Si prevede un agosto a casa dunque per gran parte degli operai, ma anche per una quota di impiegati con immaginabili ripercussioni sulle famiglie, le spese per i figli, le bollette, i mutui e così via. «Potrebbero essere trecento», spcificano i due sindacalisti. «Un operaio di livello medio - spiega Prella - guadagna all’incirca 1.150 euro, ma con i turni notturni e festivi che vengono svolti dalla maggior parte dei dipendenti si arriva a 1.300-1.400 euro. In cassa integrazione invece lo stesso dipendente percepisce soltanto 800 euro con un danno economico molto forte». «Lunedi (cioé domani, ndr.) - annuncia Palman - faremo un vertice sindacale con le rsu e le segreterie per fare il punto della situazione. Poi chiederemo un incontro con il direttore dello stabilimento Giuseppe Bonacina per chiedergli se conferma ufficialmente quanto anticipato dalla responsabile del personale. Infine chiederemo alla governatrice Serracchiani una nuova riunione del Tavolo sulla Ferriera. Il nostro obiettivo è sempre lo stesso: mantenere tutti i posti di lavoro, compresi i 36 contratti a termine scaduti già a marzo.»

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