Ferraro, il fotografo cormonese delle atlete d’oro: «Immagine virale nata in pochi istanti»
Vive a Cormons l’autore dello scatto divenuto caso politico: «Felice che abbia fatto ragionare tutti su un tema delicato»
CORMONS Per molti è già la foto dell'anno. D'altronde poche immagini rappresentano così fortemente l'attualità che viviamo come quella che raffigura le quattro staffettiste della 4x400 donne oro ai Giochi del Mediterraneo a Tarragona. Il momento in cui Libania Grenot, Maria Benedicta Chigbolu, Ayomide Folorunso e Raphaela Lukudo festeggiano il loro successo italiano ha fatto il giro del mondo in un periodo storico di sbarchi negati e contrapposizioni anche feroci sul tema dell'accoglienza.
Sì, perché le quattro nostre atlete sono tutte di colore. E l’immagine ha scatenato dibattito e polemiche: Roberto Saviano per esempio l’ha postata scrivendo che «l'Italia multiculturale nata dal sogno repubblicano non verrà fermata»; il ministro dell'Interno Matteo Salvini l’ha condivisa per sottolineare - con un «Bravissime, mi piacerebbe incontrarle e abbracciarle» - come «il problema è la presenza di centinaia di migliaia di immigrati clandestini», e «non certo ragazze e ragazzi che, a prescindere dal colore della pelle, contribuiscono a far crescere il nostro Paese».
A scattare quella foto è stato un fotografo cormonese. O meglio: Simone Ferraro è romano, ma da anni è residente a Cormons, di cui è originaria la moglie Angela e dove la coppia vive con i due figlioletti. Ferraro è un fotografo con lunga esperienza alle spalle (ha già narrato per immagini quattro Olimpiadi) e in quel 30 giugno ha pescato la foto della vita. Era a Tarragona per conto del Coni, di cui è fotografo ufficiale. Essendo l'unico fotoreporter italiano presente al momento dell'arrivo vittorioso delle staffettiste, è stato lui a cogliere l’attimo divenuto immagine virale. Immagine, dice, che «ha avuto il potere di uscire dai soliti canali, portando nelle case della gente un tema che toccava vari ambiti oltre alla mera atletica. Quella foto deve farci ragionare sull'impatto e l'importanza che tuttora la fotografia ricopre in ambito comunicativo».
Ferraro, come è nata quella foto?
È successo tutto in pochi istanti. Le ragazze avevano appena conquistato l'oro e stavano festeggiando in pista. A un certo punto una di loro ha preso dalle mani di un tifoso una bandiera italiana, e le compagne si sono messe in posa a mo' di pistolero. Le ho subito fermate chiedendo loro di restare in quella posizione, mi sembrava molto significativa. E ho scattato la foto. Il mio merito è stato cogliere l'attimo e scattare l'immagine nel modo migliore possibile, senza sbagliarla.
Se l’aspettava potesse far discutere così tanto?
Sinceramente sul momento non avrei mai immaginato potesse divenire oggetto di discussioni così ampie. Ovviamente sono molto felice che quell’immagine abbia portato tutti a ragionare su un tema molto delicato. Il dibattito è sempre positivo. E non nego che la visibilità che mi ha garantito quello scatto non possa che farmi molto piacere.
Quando si è accorto che la foto stava facendo il giro del web?
Mi ha contattato una persona che conosco facendomelo notare. È stato tutto improvviso, qualcosa di esplosivo nell'immediato. Il boom è avvenuto dopo che a condividere la foto è stato Roberto Saviano. Poi è arrivato Matteo Salvini, e poi i giornali, e un sacco di messaggi da amici e colleghi. Chi l’avrebbe mai immaginato...
Ha sentito le quattro ragazze dopo la diffusione dell'immagine?
No, ma spero di incontrarle a qualche evento sportivo, e magari sorriderci sopra. Sicuramente quella foto ha dato molta notorietà anche a loro. E spero che porti loro fortuna.
A parte questa, a quale foto è più affezionato tra quelle scattate in carriera?
A quella in cui immortalai Armin Zoeggeler a Sochi dopo la conquista dell'ultima medaglia olimpica della sua carriera. Ma ovviamente questa ha avuto una diffusione molto più capillare. —
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