Fermo pesca delle anguille: boreto a rischio
GRADO. Rischia di scomparire uno dei piatti tipici di Grado, il “boreto de bisato”. Rispetto agli anni Novanta in base alla quantità del pescato conferito ai mercati ittici di Grado e di Marano, infatti, c’è stato un calo che supera il 70 per cento. La diminuzione di pescato dell’anguilla è stata registrata anche in altri Paesi europei. Per questo motivo la Comunità Europea e di conseguenza la Regione Friuli Venezia Giulia hanno emanato delle direttive per la tutela e il ripopolamento dell’anguilla. Un’indicazione entrata in vigore nel 2013, ma che al momento non ha fatto registrare ancora significativi risultati.
«È un periodo troppo breve – dice Mauro Cosolo, tecnico del servizi caccia e pesca della Regione - non sufficiente per capire se la direzione presa è quella giusta». In poche parole c’è da attendere ancora qualche anno – le anguille hanno un ciclo di vita piuttosto lungo, attorno ai sette anni - prima di capire se il provvedimento sarà servito a qualcosa. In base a indicazioni del tutto provvisorie, nel 2013 il pescato dovrebbe essere stato pressoché identico a quello dell’anno prima, segno che quantomeno non c’è stata alcuna ulteriore diminuzione. I dati relativi al pescato nel 2012 parlano di complessivi 7 quintali di anguille pescate e messe in vendita al mercato ittico di Marano e di poco meno di 3 quintali vendute al mercato ittico di Grado. Sono essenzialmente queste le località regionali dove si pesca l’anguilla e dove la vendita del pescato avviene anche – ma così accadeva anche in passato – al di fuori dei mercati ittici.
L’ordinanza emessa a Grado a firma del vicesindaco Gianni Di Mercurio prevede che per tutto il mese di marzo e di aprile, ma anche dal 15 luglio al 15 settembre, il divieto della pesca all’anguilla, anche ai titolari di usi civici di pesca, nelle acque marittime e lagunari del territorio gradese. Per quanto riguarda la pesca sportiva, almeno per quel che riguarda Grado, il divieto vale invece da marzo a settembre. Al di là dei pescatori che logicamente ci rimettono, a patire per questa mancanza di “bisati” ci sono i ristoratori e i tanti buongustai. «È un piatto molto richiesto – raccontano Giacomo Iussa della Trattoria Alla Laguna e Allan Tarlao del ristorante trattoria All’Androna – solo che ci sono poche anguille e in certi periodi, come questo attuale, c’è il fermo pesca». I migliori in assoluto sono i “bisati” che arrivano dal mare, racconta Iussa, pescati con gli ami del “parangal”: «Gran parte di quelli che prepariamo nel locale assieme a mia moglie Marialisi sono proprio di questo tipo». La Trattoria alla Laguna è nota non solamente per il “boreto de bisato” ma in generale anche per gli altri “buriti” e per la cucina locale. «Oltre a quello tradizionale, molto apprezzato - dice Tarlao dell’Androna –, abbiamo tante richieste per alcune nostre specialità a base di anguilla come la rollata di anguilla al lauro, l’anguilla al vapore o una specie di “bisato in speo”. Questo è il piatto che va per la maggiore a Marano Lagunare mentre, per fare un ulteriore esempio, a Chioggia va sempre di moda il “bisato in tecia” o anguilla alla vallesana».
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