Ferì un uomo contrario al suo sostegno a Putin, nuova condanna per Tuiach: altri due anni

L’ex consigliere No vax era accusato di aver colpito un 70enne che l’aveva criticato per la bandiera russa. «Farò appello»
Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Ancora guai giudiziari per Fabio Tuiach. L’ex consigliere comunale No vax e No green pass, dopo il processo per diffamazione concluso con una sentenza a due anni di reclusione (il caso riguardava un post omofobo sul social russo VKontakte pubblicato nel febbraio 2021 con un chiaro riferimento all’aggressione subita dall’attivista Lgbt Antonio Parisi), è stato nuovamente condannato in primo grado ad altri due anni. Ma stavolta per lesioni nei confronti di un settantenne.

Il processo
Due anni a Tuiach per il post omofobo, i legali impugnano la sentenza
PALAZZO DI GIUSTIZIA TRIBUNALE MILANO

L’episodio risale a poco più di un anno fa, a fine febbraio, nei giorni in cui era scoppiata la guerra in Ucraina. Tuiach, ex pugile, in quel periodo si aggirava in centro città con una bandiera russa a sostegno di Putin. Il settantenne lo avrebbe criticato ricevendo, in cambio, un colpo. Un pugno? Una spinta? La parte offesa parla di pugno dietro al collo, quindi alle spalle. L’uomo sarebbe poi caduto per terra in avanti, rimediando una frattura a un gomito, refertato in ospedale con trenta giorni di prognosi. Tutto questo, almeno, secondo l’accusa. Di qui la denuncia, il rinvio a giudizio e il conseguente processo in dibattimento, terminato con una condanna pronunciata dal giudice Francesco Antoni.

«Io farò appello innanzitutto perché non ci sono testimoni per questo gesto di cui sono stato incolpato. Anche perché l’accusa non regge: se io, da ex campione di pesi massimi colpissi veramente un settantenne alle spalle che ha la metà dei miei chili... vi immaginate cosa potrebbe succedere? Tutto questo è veramente assurdo. E poi, perché dovrei colpire uno sconosciuto, e per di più un anziano, alle spalle? E lui, con un mio pugno, si sarebbe solo rotto l’osso di un arto? Assurdo. Adesso – aggiunge – io rischio il carcere e chiunque può inventarsi accuse del genere contro di me. Questo dimostra che siamo veramente in una dittatura: io ormai vengo preso di mira perché sto andando contro il sistema. C’è chi mi sta suggerendo di chiedere asilo politico, visto che ora c’è chi vuol farmela pagare per i miei ideali».

Tuaich sabato ha partecipato a un presidio di Forza Nuova davanti all’ Icgeb di Padriciano assieme a un gruppo di dieci attivisti che ha presidiato l’area ed esposto lo striscione “Trieste come Wuhan. No al biolaboratorio”. «In questo laboratorio come a Wuhan in Cina – scrive Forza Nuova in un comunicato – vengono conservati e manipolati virus letali».

Riproduzione riservata © Il Piccolo