Fedriga svela i nomi. E il ritorno di Rosolen spacca la coalizione

Metà degli assessori alla Lega. I forzisti in rivolta contro la “nemica” e la delega assegnata a Riccardi disertano la presentazione ufficiale

TRIESTE Da ieri Massimiliano Fedriga ha imparato cosa significhi la solitudine del comando. Plastica l’immagine del nuovo governatore del Friuli Venezia Giulia, affacciatosi con 45 minuti di ritardo nel salone di rappresentanza del palazzo della giunta, per comunicare i nomi degli assessori che lo accompagneranno per cinque anni. Un fuori programma: il cerimoniale prevedeva la presenza di tutti i membri dell’esecutivo, saltata perché dietro le quinte le tensioni nella maggioranza sono rimaste vive oltre il tempo massimo, riaccendendo lo scontro tra il leader della Lega e Forza Italia. Tanto che gli azzurri rifiutano di partecipare alla presentazione e fino a sera valutano perfino una clamorosa uscita dalla maggioranza.

Gli assessori

I giornalisti aspettano nel salone, mentre i collaboratori di Fedriga spiegano che gli uffici sono in attesa degli ultimi incartamenti. In realtà la temperatura interna alla giunta è rovente ancor prima di iniziare. Il governatore riesce però a metterci una pezza e si palesa per leggere i componenti dell’esecutivo. Riccardo Riccardi sarà vicepresidente e assessore a Salute, politiche sociali e disabilità, dopo una resistenza durata tutto giovedì e un cedimento avvenuto solo nella notte, quando quasi tutti gli incastri sono andati a posto, dopo che Fedriga era arrivato a minacciare le dimissioni per sbloccare varie resistenze. Riccardi avrà anche la delega alla Protezione civile. Forza Italia è riuscita infine a trovare il richiesto nome di una donna pordenonese: si tratta di Tiziana Gibelli, cui andranno Cultura e sport. Cinque sono poi gli elementi in carico alla Lega: Barbara Zilli (Finanze e patrimonio), Pierpaolo Roberti (Autonomie locali e sicurezza), Graziano Pizzimenti (Infrastrutture e territorio), Stefano Zannier (Agroalimentare), Sebastiano Callari (Funzione pubblica e semplificazione). La casella in quota Fratelli d’Italia viene coperta da Fabio Scoccimarro (Ambiente ed energia), mentre quella di Progetto Fvg è assegnata a Sergio Bini (Attività produttive e turismo). Il presidente terrà per sé Montagna e Relazioni internazionali, oltre agli incarichi commissariali legati alla terza corsia e alla Ferriera di Servola.

Gli incastri

Con l’eccezione di Gibelli, i nomi sono quelli circolati nelle scorse settimane, seppur con alcuni aggiustamenti rispetto alle deleghe previste. Se Riccardi passa dalle Infrastrutture alla Sanità, Scoccimarro vede sfumare la Cultura e Callari finisce dalla Sanità alla Funzione pubblica. Di contro, Zilli e Pizzimenti si ritroveranno inaspettatamente a gestire conti e logistica. Dal punto di vista territoriale, la giunta vede invece la presenza di quattro friulani, due pordenonesi, un goriziano e quattro triestini, considerando Fedriga stesso. La rappresentanza giuliana si completa a pochi minuti dalla presentazione, quando il governatore ufficializza il nome scelto in “quota presidente” e rimasto coperto per tutta la mattina.

La donna misteriosa

È intorno alle 14.45 che Fedriga convoca gli assessori, spiegando che la pedina femminile mancante sarà quella di Alessia Rosolen. E qui la giunta rischia di fare “crac” prima del battesimo. Per lei il governatore ha in mente la delega del Bilancio, ma la decisione manda su tutte le furie Forza Italia. Mentre i giornalisti ormai attendono, Fedriga si scontra con la coordinatrice berlusconiana Sandra Savino, che ricorda come la candidatura di Rosolen e del suo compagno Franco Bandelli nella lista Un’altra Regione sottrasse al centrodestra i voti sufficienti a far vincere Debora Serracchiani nel 2013. Il presidente tenta la mediazione e porta Zilli al Bilancio, assegnando il Lavoro a Rosolen, che ricopriva il medesimo incarico nella giunta Tondo. Ma ai forzisti non basta e scatta il rifiuto di partecipare alla presentazione della giunta.

Rottura?

Fedriga è costretto a uscire da solo davanti ai giornalisti, spiegando che «alcuni assessori non sono in Fvg e abbiamo preferito presentarli in un secondo momento». In realtà gli azzurri lasciano il palazzo e convocano un immediato consiglio di guerra, che si protrae fino a sera, arrivando a valutare perfino l’uscita della maggioranza. Forza Italia si sente umiliata dalla scelta di Rosolen, considerata una provocazione nei confronti del “camberismo” triestino. Viene inoltre ritenuta indigeribile la decisione di assegnare la Sanità a Riccardi: il leader berlusconiano ambiva alle Infrastrutture, ma le pressioni degli operatori portuali triestini hanno spinto Fedriga a fare scelte diverse. La prima ritorsione potrebbe essere rifiutare di indicare Ettore Romoli alla presidenza del Consiglio regionale: pur trattandosi di un membro di Forza Italia, l’ex sindaco di Gorizia è infatti considerato più vicino a Fedriga che a Savino, che fin da subito ha cercato di evitare di insediarlo alla guida dell’aula. La Lega sarebbe tuttavia intenzionata ad eleggere Romoli in ogni caso e martedì basterebbe trovare qualche voto dell’opposizione, che potrebbe essere tentata dal mettere subito in luce le divisioni nella maggioranza, bisognosa dei numeri di Forza Italia per reggersi senza ricorrere al voto di Fedriga e del presidente del Consiglio.

Le parole di Fedriga

Il governatore riesce a nascondere l’imbarazzo. Parla di «scelte prese sulla base della competenza» e di «ottima giunta per dare risposte agli impegni presi: abbiamo presentato l’esecutivo dopo tre giorni di confronto serrato. Quasi un record». Rosolen viene difesa prontamente: «Ottimo assessore, una garanzia». E lo stesso avviene per la scelta di Riccardi alla Sanità: «Una persona di estrema esperienza politica, con le spalle molto larghe, che serviranno a rimettere in piedi la sanità». Fedriga respinge l’accusa di aver fatto la giunta col bilancino: «Abbiamo puntato sulla qualità, lasciando da parte i soliti rituali politici. Manuale Cencelli? Vi invito a parlare con gli alleati. In queste situazioni nessuno è contento al 100%».

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