Fedriga: «No al grande Triveneto, quello che serve al Nord è la macroregione alpina»

Il segretario regionale della Lega Nord difende Zaia: «Nessuna incoerenza su Sappada. Aprire al Bellunese? Ridicolo»
Il segretario regionale della Lega e capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, è candidato ufficiale del centrodestra per la presidenza Fvg
Il segretario regionale della Lega e capogruppo alla Camera, Massimiliano Fedriga, è candidato ufficiale del centrodestra per la presidenza Fvg

TRIESTE. Altro che macroregione triveneta. Altro che Belluno provincia del Fvg come ha chiesto Debora Serracchiani dopo lo stop in parlamento del dossier Sappada. «Quello che serve al Nord è la macroregione alpina, già varata dall’Ue: i cittadini a stretto contatto con Bruxelles».

Massimiliano Fedriga interpreta il pensiero di Luca Zaia e ci aggiunge il suo impegno di segretario regionale a difendere il dna autonomista del movimento di fronte alle accuse di aver tradito la storia del Carroccio. Le più feroci, in questi giorni caldi sul tema della specialità, quelle dell’ex padano Flavio Tosi, oggi leader di “Fare!”.

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Fedriga, il sindaco di Verona vi accusa di essere autonomisti solo a parole. Noi il referendum in Veneto lo abbiamo votato e lo faremo. Le polemiche strumentali di chi cerca un po’ di visibilità non le consideriamo.

Un referendum, quello del Veneto, che Zaia considera il primo passo verso l’indipendenza. Ammetta, è propaganda? La consultazione del popolo non è mai propaganda. Il timore è che lo Stato faccia resistenza, che Renzi, su un confronto politico, non molli. Ma se muoviamo gli elettori, qualcosa riusciremo a ottenere.

Il governatore dice però di tifare perché Sappada resti in Veneto. Non è una contraddizione? È una partita di rilancio. Non solo Sappada, ma tutta la regione dovrà essere a statuto speciale. Siamo al suo fianco nella difesa del Veneto.

Ma Sappada, intanto, che fa? Io sono favorevole al suo ingresso in Fvg.

Va contro il segretario federale? Quella di Zaia, coerentemente al suo ruolo, è una battaglia di respiro generale per una regione che lascia a Roma 21 miliardi all’anno di residuo fiscale senza avere in cambio servizi. Mi lascia molto più perplesso una Serracchiani, vicesegretario del Pd, che dice cose opposte al voto del suo partito.

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Sappada

A cosa si riferisce? Il Pd ha bocciato la proposta della Lega di recuperare il ddl Sappada dopo averlo già fatto rinviare dalla conferenza dei capigruppo. Le responsabilità sono chiarissime.

Questione insabbiata o ancora aperta? La si può riaprire. Dopo che Sappada ha seguito correttamente l’iter, dopo il lavoro in commissione Bilancio per trovare le coperture necessarie e condividere il testo, è doveroso arrivare al traguardo.

Che ne pensa della proposta della governatrice Fvg di accogliere la provincia di Belluno? Ridicolo. Niente altro che una via d’uscita dall’imbarazzo per il comportamento del partito su Sappada.

Nel merito? Belluno in Fvg è impraticabile, oltre che storicamente senza alcuna base. Ben diverso è il caso Sappada, vicina alla storia, alla cultura, all’economia, alla peculiarità linguistica del Fvg.

Non teme, come Zaia, che possa seguire un effetto domino? Se il Veneto coglie l’opportunità del referendum, ma Renzi continua a opporsi, sarà l’unica soluzione. L’autonomia è un’esigenza per quella regione, come del resto per la Lombardia.

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Una veduta del centro di Sappada

Come venire incontro ai Comuni bellunesi di confine? Meglio un fondo perequativo o un’autonomia come quella di Trento e Bolzano? L’unica via è quella di un Veneto a statuto speciale. Ci auguriamo che accada lo stesso per tutte le regioni italiane. Le disparità per le ordinarie sono diventate oggettivamente difficile da reggere. Mentre Renzi vuole eliminare le specialità, noi puntiamo a un livellamento verso l’alto.

La macroregione triveneta la convince? Non mi sembra operazione intelligente. Significherebbe la perdita di competenze. Altra cosa è la macroregione alpina, già approvata dalla Commissione Ue a gennaio. Un soggetto che comprende 46 regioni che attraversano sette Stati - Italia, Germania, Francia, Slovenia, Austria, Svizzera e Lichtenstein -, e ci vede rappresentati da Lombardia, Piemonte, Veneto, Liguria, Fvg, Valle d'Aosta, Trento e Bolzano.

Vantaggi pratici? Per la prima volta questa grande area omogenea si mette insieme e potrà trattare direttamente con Bruxelles su ciò che riguarda la vita dei cittadini.

Il fatto che Zaia non si sia esposto sui 200 Comuni veneti che vogliono un accorpamento del Nord Est è un segnale di contrarietà? Non è la partita da giocare oggi. La macroregione ordinaria è un progetto del ministro Boschi, non il nostro.

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La bandiera del Veneto

Boschi e il Pd li potreste battere alle amministrative. Il centrodestra si spacca però ovunque. Le vere criticità sono solo su Roma e Torino.

A Napoli e Bologna? Possiamo chiudere. Martedì incontro Forza Italia e Fratelli d’Italia per le ultime trattative.

Divisi, però, perdete. Un sacrificio necessario a far fuori Berlusconi dalla scena politica? Non ci dividiamo e non pugnaliamo Berlusconi. Cosa avremmo dovuto dire di Fi quando ha appoggiato Monti, Letta e stretto patti con Renzi? Semplicemente chiediamo chiarezza sui programmi e proponiamo candidati che consideriamo vincenti. A Roma Bertolaso non lo è, tanto più se prende posizioni contrarie non solo alla Lega, ma a tutto il centrodestra. Meloni, invece, ci può far vincere. Senza senso attaccarla perché è in gravidanza. Si deve massimo rispetto per questo tipo di scelte.

Trieste isola felice visto che siete alleati? Abbiamo un candidato che porta avanti un progetto di coalizione.

Il ticket con Roberti è confermato? Nessun dubbio.

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Una veduta di Sappada

La rottura con “Un’Altra Trieste”, già in passato nefasta per il centrodestra, la preoccupa? Ci sono ancora margini di manovra e io lavorerò per un punto d’incontro. Dobbiamo essere inclusivi, specie con le forze civiche che hanno una visione comune della città.

Le primarie hanno rafforzato o indebolito Cosolini? Indebolito. La posizione di Russo conferma anche da quel fronte che il sindaco ha governato male.

A Pordenone rispunta De Anna? Mi risulta che siamo tutti uniti nel sostegno a Ciriani. Miope trasferire le criticità nazionali su Pordenone.

Quanto inciderà il voto di primavera sul 2018? Qualunque sia l’esito, non andrà strumentalizzato. Sono due vicende distinte.

Lei rimane il candidato della Lega alle regionali? Mi sono messo a disposizione, ma non tocca a me a tutti i costi. L’importante è mandare a casa chi sta amministrando male questa regione.

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