Fedriga contro Roma: «È un governo sordo». Pd-M5s: «Subito aiuti»
TRIESTE. «Nessun confronto con le Regioni». Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, dopo una lunga notte di trattative culminate con una controproposta dei territori, va all’attacco del premier Giuseppe Conte. All’offensiva ribattono sul piano locale i partiti di maggioranza: Partito democratico e Movimento 5 stelle.
«È un governo totalmente sordo al confronto – dice Fedriga – sorprende che dopo la collaborazione data ieri (sabato, ndr) dalle Regioni ci sia stata la totale indifferenza dell’esecutivo. Evidentemente qualcuno non si rende conto della situazione del Paese reale. Il governo chiede unità istituzionale e poi la mortifica e la umilia. Conte e i suoi ministri stanno facendo un gioco pericoloso rifiutando di fatto la nostra collaborazione. Un gioco che pagano i cittadini del nostro Paese».
Il governatore non lesina le critiche anche sul tema della didattica a distanza, che da oggi, teoricamente, dovrebbe salire al 75%: «È difficile essere pronti con 24 ore di preavviso». A confermare una situazione caotica è Alessia Rosolen, assessore regionale all’Istruzione, secondo cui «è il terzo Dpcm in dieci giorni, firmato la domenica mattina per entrare in vigore subito. Salvo poi, attraverso una circolare del ministero dell’Istruzione, concedere un giorno ai dirigenti scolastici per organizzarsi. Un lasso di tempo evidentemente troppo breve per un sistema complesso e articolato».
Con le nuove regole in Fvg si passa dal 50% previsto dalla Regione con l’ultima ordinanza (che prevedeva l’entrata in vigore per mercoledì prossimo) al 75% di alunni coinvolti da subito nella didattica a distanza. «Il nostro era un valore flessibile – continua Rosolen – che garantiva l’autonomia scolastica, che nel Dpcm viene cancellata anche per quanto riguarda l’orario dell’inizio delle lezioni».
A condividere le accuse di Fedriga al governo è il senatore di Forza Italia Franco Dal Mas: «I timori del governatore circa le ricadute negative sulle attività produttive purtroppo sono già realtà». L’asse Pd-M5s si schiera ovviamente con l’esecutivo. Secondo la deputata Pd e presidente della commissione Lavoro della Camera, Debora Serracchiani, «il governo deve provvedere con la massima urgenza a salvare i posti di lavoro messi in pericolo dalle chiusure sancite col Dpcm: i due miliardi previsti devono arrivare in tempo reale a chi è colpito dalle limitazioni. Con la salute bisogna salvare il lavoro, tutto il lavoro. Parliamo di categorie che hanno già pagato un prezzo alto e che appena si stavano rialzando. Solo così possiamo conservare la coesione sociale e impedire strumentali contrapposizioni politiche».
Un concetto ripreso anche da Cristiano Shaurli, segretario regionale del Pd, che considera «insopportabili e inutili gli attacchi e i rimpalli tra Regioni e governo. Gli aumenti di contagi, terapie intensive e decessi sono sotto gli occhi di tutti. L’Italia ha numeri meno drammatici di altri Paesi europei, ma le decisioni non possono più aspettare». Il M5s replica a Fedriga con una nota congiunta di parlamentari e consiglieri regionali, ribadendo come il confronto tra governo e Regioni non sia mai mancato.
«Ad ogni chiusura – spiegano i grillini – seguiranno misure immediate di sostegno di tutte le attività produttive che per decreto devono rimanere chiuse: ristori, credito d’imposta per gli affitti, sospensione della seconda rata Imu in scadenza il 16 dicembre, conferma della cassa integrazione, aiuti per il settore dello spettacolo e della filiera agroalimentare e il rinnovo del Reddito di emergenza».
«Ci auguriamo – aggiungono – che se Fedriga e la sua maggioranza sono preoccupati per le nostre imprese predispongano tutti gli aiuti necessari nell’assestamento di bilancio che sarà discusso in Consiglio regionale nei prossimi giorni, come abbiamo già richiesto in settimana nelle commissioni». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo