Fedriga conquista la segreteria leghista

Il movimento regionale prende atto della volontà dei vertici nazionali e affida per la prima volta la guida a un triestino
Massimiliano Fedriga
Massimiliano Fedriga

TRIESTE. Massimiliano Fedriga sarà il primo segretario triestino della Lega Nord del Friuli Venezia Giulia. Domenica, come era sembrato sempre più probabile nell’ultima settimana, arriverà l’incoronazione alla Fiera di Udine a chiudere un anno e mezzo di commissariamento Dozzo. Il movimento ha trovato un’intesa. O, da un altro punto di vista, ha preso atto della volontà del livello federale. Dopo l’appuntamento convocato martedì sera a Monfalcone da Stefano Mazzolini, l’ex presidente di Promotur escluso dal Consiglio regionale per questioni di ineleggibilità, gli aspiranti padani si sono ritrovati mercoledì e ieri hanno confezionato definitivamente l’accordo pro Fedriga. Il leghista triestino non ha i voti, ma l’appoggio di Milano c’è tutto. E dunque Udine e Pordenone, le due aree storicamente più forti del Carroccio in regione, fanno un passo indietro.

Il comunicato diramato dal portavoce Mario Pittoni mescola la cronaca con il consolidato repertorio della Lega. «Serve assoluta compattezza per esprimere la massima potenza di fuoco nelle battaglie contro la sudditanza del nostro Paese all'Europa delle banche che ha bloccato l'economia e contro la colonizzazione del territorio che passa attraverso l'immigrazione clandestina», si legge nella premessa. Quindi i fatti: «L’ex senatore Pittoni, l'ex sindaco di Azzano Decimo Enzo Bortolotti, l'ex assessore provinciale di Udine Stefano Teghil e l'ex presidente di Promotour Mazzolini hanno deciso di fare un passo indietro nella corsa alla segretaria Fvg della Lega, puntando a una candidatura unitaria in nome del superiore interesse del movimento». Nelle ultime righe l’investitura, con motivazione, di Fedriga: «Spazi sistematicamente assegnati sulla base dell'impegno, della capacità, della competenza e della correttezza di chi si mette a disposizione del movimento sono i presupposti dell'intesa che porterà sul palco del congresso come candidato il solo Fedriga, attuale capogruppo alla Camera». A giochi fatti i protagonisti negano l’obtorto collo. Tanto che il comunicato di ieri si conclude esaltando «l'atteso segnale di compattezza dell'unica forza politica che in questo momento i sondaggi danno in forte crescita a livello nazionale». Una convinzione ribadita anche dal prossimo segretario: «È stato il territorio a scegliere la strada della candidatura unica, un grande segnale di maturità del movimento che ha condiviso l’opportunità di lavorare uniti e compatti in vista delle battaglie da affrontare».

Eppure solo due settimane fa proprio Fedriga escludeva che Matteo Salvini pensasse a lui. E, nel caso, assicurava che non si sarebbe candidato. Le cose sono cambiate in fretta. Perché il federale non aveva gradito il fatto che quattro candidati si fossero attivati per la raccolta delle firme, anticamera di uno scontro congressuale in cui la Lega non si sarebbe fatta mancare i veleni di storici conflitti interni, a Udine come a Pordenone. E ha così imposto il suo uomo di maggiore visibilità in regione, unico parlamentare, molto vicino al nuovo corso. La scure sull’autonomia del territorio? Lasciata calare, ancora una volta. Per Fedriga, in ogni caso, è un’altra stelletta. Ha fatto il segretario provinciale, il commissario, è stato componente del direttivo regionale e ora, da parlamentare in carica, diventa pure segretario Fvg, un incarico che non era mai stato alla portata di un’altra leghista triestina di peso, Federica Seganti. Lui, però, minimizza l’aspetto territoriale: «Se uno fa il segretario regionale, la provenienza non è mai determinante. Il vero cambiamento non è dovuto al fatto che vengo da Trieste ma, auspicabilmente, arriverà con un modo nuovo di operare in unità e in squadra». Domani Salvini in regione tra le truppe. Domenica il congresso. Poi la prima spina per la segreteria: il caso Piccin (espulsa ma ancora sui banchi della Lega) in Consiglio regionale.

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