Fedriga conferma la scelta: «Regione in Porto vecchio»
Fedriga conferma: la Regione cerca casa in Porto vecchio. O meglio: cerca un luogo dove concentrare gli uffici triestini dispersi su molti edifici, a discapito di efficienza e spesa.
La notizia, anticipata un mese fa senza commenti ufficiali, trova pronto riscontro nel governatore, impegnato in un raid proprio in Porto vecchio, ma per ragioni artistiche e non immobiliari. «Se non è un soggetto pubblico, istituzionale a credere nello sviluppo di quest’area, chi mai dovrebbe scommetterci?», premette Fedriga con ispirata domanda retorica.
L’ipotesi di lavoro è quella uscita lo scorso 17 giugno: la Regione è interessata a due dei cinque edifici che fanno parte del cosiddetto “villaggio Greensisam”, la prima concessione a un’impresa privata rilasciata dall’Autorità portuale esattamente 15 anni fa: era il 2005 quando Pierluigi Maneschi, stratega dell’investimento portuale e armatoriale, capì la potenzialità di Porto vecchio. La capì ma non riuscì a concretizzarla e adesso l’erede Antonio vuole disimpegnarsi con eleganza da un mancato business che gli costa oltre 500.000 euro all’anno di canone.
Fedriga ci crede ma preferisce non farsi inghiottire dall’ansia delle tempistiche: «Ci stiamo lavorando e gli uffici sono all’opera per calibrare il rapporto tra spazi e personale da trasferire». Il governatore guarda con molta attenzione al risparmio, che deriverebbe dal trasloco, e all’opportunità di guadagno, collegata alla vendita di gran parte delle sedi oggi occupate. Corso Cavour, riva Sauro, via Milano, via del Lavatoio, via Udine, via San Francesco: certo, spostare non meno di 1500 persone non è impresa dappoco, quindi i conti vanno fatti con precisione. È ben vero che la logistica arride all’impresa, perché gli stabili sono a due passi dal varco di piazza LIbertà, a sua volta ben collegata con bus e treni.
L’operazione immobiliare è tripartita. Gli ex magazzini 1A e 3, più vicini al mare, resterebbero nelle disponibilità di Greensisam, in quanto meglio collocabili sul mercato. La fila nell’immediata retrovia, composta dagli edifici 2 e 4, è quella che piace alla Regione. Resta un ultimo stabile in terza fila, la cui ipotizzata destinazione potrebbe essere un utilizzo a mo’ di parking a cura di Trieste terminal passeggeri (Ttp), la società pubblico-privata che gestisce la Marittima, il Molo IV con relativi stalli, in pratica confinanti con il “villaggio Greensisam”.
Mentre Fedriga parlava, il sindaco Dipiazza lo seguiva con comprensibile trasporto: se l’affare dovesse andare in porto, il Comune farebbe un ricco terno. Innanzitutto sistemerebbe il dossier Greensisam, che si trascina da troppi anni senza sbloccarsi; avrebbe la Regione, quindi un soggetto istituzionale forte e solvibile, come “inquilina” o acquirente; chiuderebbe il contenzioso sugli stalli gestiti da Ttp ma, dopo il passaggio del Porto vecchio al Comune, proprietà del Comune, che ha imposto un deciso rialzo delle locazioni. Contenzioso giunto al Consiglio di Stato.
Il “villaggio Greensisam” dovrà essere messo all’asta e gli introiti della cessione girati all’Autorità portuale. Il valore di stima è di 16 milioni e Greensisam detiene il diritto di prelazione. Ma non va dimenticato che sull’area incombono gli oneri di urbanizzazione (strade, reti, fogne), che il Comune quota attorno agli 11 milioni. —
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