Fedriga chiede via libera a pesca sportiva, camper e visite alle seconde case

La Regione stila la lista di provvedimenti da inserire nel pacchetto di aperture che il fronte dei governatori proporrà all’esecutivo. Pressing sullo start dei negozi
Lasorte Trieste 30/04/20 - Ponterosso, Emergenza Coronavirus
Lasorte Trieste 30/04/20 - Ponterosso, Emergenza Coronavirus

TRIESTE. Consentire tutti gli sport individuali all’aperto e la manutenzione di seconde case, camper e aerei ultraleggeri. Ferma restando la volontà di riaprire le attività commerciali il prima possibile, anche se ciò dipenderà dal governo, il cui rapporto con le Regioni continua a essere teso. Forte di una situazione sanitaria che in Friuli Venezia Giulia è migliore del resto del Nord, la giunta mette a punto un pacchetto di nuovi ampliamenti delle libertà quotidiane, che confluirà nell’insieme di richieste che i dodici governatori del centrodestra stanno per mettere sul tavolo del premier Giuseppe Conte per forzarlo ad anticipare la fase 2.

Lunedì 4 maggio ripartono agenzie immobiliari e concessionarie auto


Il presidente Massimiliano Fedriga attenderà fino a lunedì, in attesa di capire come si metterà il confronto con l’esecutivo e quali nuove aperture Roma potrebbe inserire nel decreto che entrerà in vigore il 4 maggio. Se la mediazione non fosse trovata, il presidente e i suoi colleghi pensano a ordinanze interpretative del dpcm nazionale, con alcune nuove concessioni. Si andrebbe alla rottura procedendo in ordine sparso e in quel caso il ministro Francesco Boccia procederebbe con l’impugnativa, evitata finora per tutte le altre ordinanze, sempre concordate informalmente tra governo e Regione in un coacervo di norme nazionali e locali difficile da sbrogliare.

Coronavirus, come riutilizzare le mascherine monouso - Il videotutorial


Da lunedì prenderanno il via a livello nazionale tavoli tecnici sulla sicurezza in bar, ristoranti, estetisti e parrucchieri. Probabile che si anticipi la data del primo giugno, improbabile che si apra prima del 18 maggio. In piazza Unità a Trieste arrivano nel frattempo ogni giorno decine di richieste affinché si liberalizzi questa o quella attività, e Fedriga ha intenzione di proporre le seguenti: sport individuali all’aperto come la pesca, manutenzione di seconde case, camper e velivoli ultraleggeri, allevamenti di cani e cavalli. La Regione sta inoltre valutando se prorogare le chiusure domenicali dei negozi, con una preferenza per le serrande abbassate. Nessun dubbio invece sui parchi, che riapriranno il 4 su iniziativa del governo, ma che i Comuni potranno continuare a tener chiusi, anche se gli spazi verdi sono affollati quotidianamente da chi fatica a rispettare i limiti del lockdown.

Dopo le frizioni di due giorni fa e la critica pronunciata ieri in Parlamento da Conte sulle iniziative solitarie delle Regioni, Boccia assicura collaborazione nel pomeriggio, sottolineando nella videoconferenza coi governatori che il 95% delle ordinanze regionali è compatibile con il dpcm in fase di limatura e che il restante 5% potrà essere modificato entro domenica dalle Regioni, di cui il ministro riconosce l’impegno a procedere in modo unitario. Ma il vero nodo resta il commercio, con gli esercenti sul piede di guerra in tutta Italia e che in regione stanno procedendo a varie forme di protesta, dall’accensione delle luci alla consegna delle chiavi, in attesa di scendere in piazza tra qualche giorno.

Coronavirus, le regole igieniche da seguire a casa - Videoscheda


Su questo insiste Fedriga: «Bene l’atteggiamento di Boccia, più responsabile di quello di Conte. Ora chiediamo al governo di anticipare le riaperture: dal primo giugno siamo arrivati al 18 maggio e c’è la disponibilità di Roma a valutare qualcosa per l’11 maggio, che significherebbe ad esempio anticipare di tre settimane la ripresa di attività come ristorazione e parrucchieri. Con regole chiare su mascherine, guanti, distanze e assembramenti potremo aprire o non ne usciamo più. Ma servono regole specifiche per ogni settore». Il governatore non vuole distinguere per settore merceologico: «Il governo deve costruire le regole con le categorie e far lavorare chi è in grado di rispettarle, punto. Difficile giustificare che un negozio resti chiuso se riaprono fabbriche da duemila dipendenti».

Confcommercio Fvg si augura col presidente Giovanni Da Pozzo che «il pressing porti al risultato: va anticipata l’apertura del settore moda, del comparto turistico, di bar e ristoranti perché le date fissate del governo non hanno senso». E arriva anche la solidarietà degli industriali, con Michelangelo Agrusti: «La situazione di commercio e servizi è di una gravità assoluta. Le piccole imprese sono preoccupate non del quando ma del se riaprire, visto che con tutte le limitazioni ricominciare potrebbe risultare antieconomico». Pressioni sul governo arrivano anche dal Pd Fvg, se Cristiano Shaurli invita a «provare ad anticipare le aperture commerciali, tenendo conto dei dati delle Regioni. In Fvg il Pd lo ha chiesto subito, e senza polemiche, ma stiamo chiedendo che vengano riconosciuti i nostri dati o Fedriga sta facendo una battaglia perché le Regioni della Lega aprano tutte insieme? Perché i numeri lombardi o piemontesi oggi non sono i nostri».

In regione, come nel resto d’Italia d’altronde, il 4 maggio segnerà la ripresa di tutte le attività industriali, che in molti casi non si sono mai fermate e che a breve vedranno anche il varo di linee guida generali da parte della giunta Fedriga. Di ieri la creazione da parte di categorie e sindacati dell’osservatorio per il monitoraggio delle misure di contenimento del virus nei luoghi di lavoro. L’organismo nato sotto gli auspici della Prefettura verificherà l’applicazione dei protocolli, anche attraverso la creazione nelle aziende sopra i 15 dipendenti di organismi interni di controllo. «Solo mettendo a fattor comune – dichiara il prefetto Valerio Valenti - le proprie prerogative e competenze, potrà essere assicurato il graduale riavvio delle attività». —




 

Riproduzione riservata © Il Piccolo