Fedriga chiede aiuto alle ambasciate. Crescono i contagi nelle case di riposo
TRIESTE L’appello agli ambasciatori stranieri e la polemica col governo sulle forniture di dispositivi di protezione e respiratori, sempre troppo scarsi. Ieri il presidente Massimiliano Fedriga ha spinto per cercare di ottenere dall’estero i dpi e attaccato il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia per un’azione del governo ritenuta inefficace. Con undici nuove morti, il trend dei decessi si mantiene purtroppo alto in Fvg e i positivi crescono a 1.480, mentre continua a preoccupare l’evoluzione dei contagi nelle case di riposo, con nuove strutture colpite a Trieste come a Udine, dove oggi comincerà la distribuzione delle prime mascherine gratuite della Regione.
Davanti alle difficoltà di approvvigionamento di dpi e respiratori, Fedriga ha scritto agli ambasciatori di Cina, Usa, Israele e Russia, chiedendo aiuto per trovare contatti con aziende estere. Nella lettera all’ambasciatore cinese Li Junha, il governatore ha fatto appello alla necessità di «sconfiggere un nemico comune, che sta minando profondamente la vita economica e sociale dei nostri Paesi». Fedriga si è detto preoccupato per il costante aumento dei contagi e dei ricoveri in terapia intensiva, sottolineando di aver messo «in campo qualsiasi risorsa materiale e immateriale per tutelare i cittadini e rafforzare le strutture sanitarie nel caso ci dovesse essere un peggioramento della situazione».
Ai rappresentanti degli altri Paesi, il presidente ha ricordato le buone relazioni in atto: dalla presenza americana ad Aviano ai progetti di istruzione con Israele, fino alla cooperazione commerciale con la Russia.
Poi la polemica sul fronte interno, con l’attacco al ministro Boccia, criticato per aver detto che senza il governo «nessuna Regione ce l’avrebbe fatta: se non ci fosse lo Stato non ci sarebbe quasi nulla, se non le cose che erano nei depositi, anche abbastanza modesti sui territori». Boccia assicura ordinativi per 150 milioni di mascherine dalla Cina, certezza dell’imminente superamento della crisi dei dpi e fornitura di tecnologie per l’aumento delle terapie intensive. La Regione attende tuttavia dalla gestione commissariale 275 ventilatori, 720 mila camici, 40 mila occhiali protettivi, 1,5 milioni di mascherine chirurgiche, 40 mila mascherine ffp2 e 120 mila ffp3. Fedriga non ci sta: «Il governo non alimenti contrapposizioni con le Regioni e la smetta di provocare.
Grazie all'impegno di queste ultime, sono state potenziate in modo consistente le misure di contenimento. A dispetto dei soli 4 ventilatori arrivati attraverso le linee di rifornimento nazionali, il Fvg disporrà di quasi cento posti in terapia intensiva: risultato conseguito con mezzi propri, che non deve essere oggetto di speculazioni». Quanto alla produzione di mascherine gratuite per la popolazione, il vicepresidente Riccardo Riccardi ha precisato che «sono aumentati sia il numero di aziende che hanno convertito la produzione sia la loro capacità produttiva, passata da 20 mila al giorno a 27 mila».
I tamponi effettuati sono ormai oltre le 13 mila unità e diventano 1.480 i casi positivi al coronavirus, con una crescita di 44: 536 a Udine (+6), 476 a Trieste (+24), 368 a Pordenone (+6), 91 a Gorizia (+6) e 9 in corso di verifica. Sono 61 le persone ricoverate in terapia intensiva (+2) e 236 i pazienti sistemati in altri reparti ospedalieri (+13), mentre 845 si trovano in isolamento a casa o in residenze per anziani. I guariti sono 241 (+12), ma nella giornata di ieri si contano altri 11 morti, col totale aggiornato a 98: 54 a Trieste (+3), 30 a Udine (+4), 12 a Pordenone (+3) e 2 a Gorizia (+1). La proporzione tra deceduti e residenti dice che Trieste è quarta nel Nordest per tasso di mortalità, dopo Padova, Trento e Bolzano.
Si aggrava il quadro delle case di riposo triestine, con un secondo decesso fra gli ospiti dell’Itis, dove la residenza Stella alpina registra diversi anziani con sintomi sospetti che attendono il tampone. Sempre a Trieste, casa Emmaus riscontra 4 ospiti e un operatore infetti. Casi che si aggiungono al focolaio e alle morti delle case comunali e al decesso nella rsa Mademar. Il direttore dell’Itis Fabio Bonetta comunica che ieri «abbiamo registrato una nuova febbre nella residenza Tulipano e cinque nuovi stati di alterazione febbrile nella residenza Stella», anche se alcune fonti parlano di almeno una dozzina di casi. Bonetta evidenzia che al momento «i casi positivi sono cinque. Seguiamo le indicazioni dell’Azienda sanitaria e cerchiamo di fare il nostro lavoro in modo trasparente, a cominciare dal rapporto con le famiglie».
Stati febbrili si sono verificati anche alla Emmaus, dove sono poi emersi 5 positivi su 11 tamponi. Con i suoi 119 ospiti e un centinaio di dipendenti, la struttura è chiusa alle visite dal 6 marzo e il presidente Gianfranco Bruno ha subito ordinato lo «spostamento degli ospiti positivi in un altro reparto, in modo che non vi sia promiscuità con i non sintomatici. Allo stato attuale, tre ospiti sono stabili, mentre uno ci dà preoccupazione. Purtroppo, nonostante tutti gli interventi adottati, non è stato umanamente possibile impedire al virus di entrare in struttura». Un primo caso di operatrice positiva si segnala alla Asp La Quiete di Udine e continua lo stillicidio di morti in alcune residenze friulane: a Mortegliano sono ad esempio 16 i decessi in un’unica sede. —
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