Fedriga boccia il governo: «Così Roma confonde cittadini e imprenditori»
TRIESTE «Una misura confusa, in un momento nel quale sarebbe stata opportuna maggiore chiarezza verso i cittadini». Massimiliano Fedriga, nel giorno in cui il Friuli Venezia Giulia viene confermato in zona gialla, critica il “pacchetto” di Natale entrato in Consiglio dei ministri, il balletto tra zona arancione e rossa che blinderà l’Italia fino all’Epifania. Prima la salute, ha ribadito anche ieri il governatore nel confronto con il governo, ma con provvedimenti che tutelino anche il diritto al lavoro. Quel lavoro, ha ripetuto Fedriga nella videoconferenza delle Regioni con l’esecutivo, che viene «pesantemente penalizzato» dalla chiusura in un periodo che, soprattutto per i ristoratori, avrebbe significato un minimo recupero del fatturato perso in questi mesi d’inferno. Di qui la rinnovata richiesta a Roma di prevedere ristori al cento per cento per chi viene penalizzato una volta ancora per effetto delle misure anti-Covid. Senza dimenticare, ha puntualizzato il presidente del Fvg, che «un conto è pensare a un normale pranzo di un giorno feriale, un altro a un ristorante che ha già raccolto decine di prenotazioni per il 25 dicembre e ha pure ordinato la merce».
Ma è l’insieme del provvedimento, così come è sembrato delinearsi ieri pomeriggio, che non convince Fedriga. Difficile spiegare alla popolazione quello che potrà fare e non potrà fare in due settimane in cui il Fvg sarà giallo, arancione e rosso a seconda delle date. «Una misura confusa», appunto, che aumenterà incertezze e timori nelle persone. «Per quanto comprendiamo che si sia intervenuti a seguito della sollecitazione degli esperti, perché la ripresa del virus preoccupa tutti – aggiunge il governatore –, osserviamo scelte incoerenti che, tra l’altro, nei giorni in arancione, favoriranno gli assembramenti nei negozi».
Il contesto rimane complicato anche perché non si vede una via d’uscita dalla seconda ondata della pandemia. Dopo molto tempo si assiste in regione a un importante calo nei ricoveri nelle aree mediche (601, –29, con 59 terapie intensive occupate, +2), ma la curva del contagio ha ripreso a salire. Con 753 nuovi contagi sulle 24 ore (la Regione non ha comunicato il totale dei tamponi, stando al bollettino della Protezione civile nazionale sono 7.781), per il terzo giorno di fila (ieri +6,6% dopo il +1,3% e il +4,1% di mercoledì e giovedì) si registra un incremento dei casi negli ultimi sette giorni rispetto ai sette precedenti. Un trend che riguarda molti altri territori del Paese, come del resto ha evidenziato anche Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, nel chiedere «misure in fretta».
Se è vero che l’Rt, sui numeri della scorsa settimana, è sceso da 0,97 a 0,70, i 753 contagi di giornata comunicati dal vicepresidente Riccardo Riccardi portano la media giornaliera da lunedì a 694, +34 sui 660 della settimana precedente. A contrarre il virus, sin qui, 43.559 persone, di cui 19.446 in provincia di Udine (+372), 9.317 a Trieste (+107), 9.088 a Pordenone (+197), 5.168 a Gorizia (+69) e 540 di residenti fuori regione (+8). Le infezioni segnalate nelle residenze per anziani sono 62 tra ospiti (35) e operatori (27), mentre nel sistema sanitario risultano contagiati due infermieri, un Oss e un autista in Asugi, un Oss e uno psicologo al Burlo, 12 infermieri, un medico, sette Oss, un amministrativo e un tecnico nell’Azienda Friuli Centrale, due infermieri, un medico e un terapista nella Friuli Occidentale. Come da settimane, rimane molto alto, purtroppo, il dato dei decessi. Se ne contano 33, di cui uno risalente al 29 novembre. Sono morte con diagnosi Covid da marzo 1.399 persone: 608 a Udine (+23), 418 a Trieste (+5), 281 a Pordenone (+3), e 89 a Gorizia (+2). Tornano intanto a salire, a 14.390 (+534), gli attualmente positivi, mentre i totalmente guariti sono 27.770 (+186), i clinicamente guariti 639 (+4) e gli isolamenti 13.091 (+557).—
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