Fedriga a Gradisca: "Sì a più Cpr in regione, via il resto dell'accoglienza"

Il presidente della giunta regionale in visita al Cara: "Devono essere centri semidententivi, dai quali non si possa uscire e fare ciò che si vuole"
Bumbaca Gorizia 26.06.2018 Fedriga Gradisca e Cara © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 26.06.2018 Fedriga Gradisca e Cara © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE «Il Friuli Venezia Giulia è disponibile a prendere in carico anche più di una struttura Cpr, ma questo dovrà comportare un alleggerimento che mira alla scomparsa di tutto il resto dell’accoglienza». A dirlo è stato la mattina di martedì 26 giugno il presidente della Regione Massimiliano Fedriga al termine della sua visita al Cara di Gradisca d’Isonzo, dove al momento sono presenti 418 persone.

Il governatore del Fvg ha anche sottolineato la necessità di «rimettere a posto» la normativa legata ai centri per migrati. «Per chi deve essere espulso - ha detto - devono essere centri semidententivi, dai quali non si possa uscire e fare ciò che si vuole».

«La mia intenzione è comunicare al governo che il Friuli Venezia Giulia è disponibile a prendersi in carico anche più di una struttura - chiamiamola Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) o come vorrà chiamarla l'attuale governo - ma questo deve comportare un alleggerimento che mira alla scomparsa di tutto il resto dell'accoglienza, come ad esempio il Cara» ha precisato Fedriga.

Secondo il governatore, «sul territorio non può insistere una struttura come il Cara in cui è impossibile il controllo durante il giorno, perché dalle 8 alle 20 gli ospiti possono uscire e fare quello che vogliono». Inoltre «credo sia necessario, ma questo spetterà al governo decidere, rivedere la normativa, perché i centri per chi deve essere espulso devono essere centri semi detentivi dai quali non si può uscire. Le forze dell'ordine devono poter intervenire all'interno del centro, non come avveniva in passato nei Cie, e quindi garantire la sicurezza di chi è dentro il centro, degli operatori e delle forze ordine».

Fedriga ha escluso la coesistenza di Cara e Cpr («non credo ci possano essere due cose insieme») e ha ricordato che «molti comuni in regione, come Gorizia, Trieste e Udine, hanno dato disponibilità ad accogliere un Cpr: mi sembra una cosa molto saggia, perché è una struttura controllata da dove chi è entrato illegalmente non può uscire e fare quello che vuole. Garantisce molto di più la sicurezza rispetto all'accoglienza diffusa, dove le persone vengono sparpagliate nel Comune e possono agire come credono».

«Scriverò questa proposta al governo spiegando qual è la posizione di Regione Fvg, dopodiché spetterà al governo fare le scelte migliori che sono convinto potranno andare in questa direzione».

Fedriga ha infine ricordato che «il 60% di chi arriva ottiene il diniego alla protezione di qualsiasi tipo, umanitaria compresa, e continua a circolare liberamente sul territorio nazionale. Prima dobbiamo intervenire su quelli - ha auspicato - sono moltissime persone che non hanno il diritto di rimanere. Se poi cominciamo a controllare i confini e a effettuare l'attivazione di "Dublino" questo viene meno. Sono presupposti fondamentali per riportare legalità e sicurezza nel Paese»

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