Febbre del Nilo, 14 casi confermati in Fvg. Riccardi rassicura: «Fenomeno ridotto»

L’assessore alla Sanità fa sapere che la Regione, in ogni caso, non abbasserà la guardia. I controlli salgono a 121

TRIESTE Ci sono 14 casi confermati e altri 14 probabili su un totale di 121 controlli, a partire da maggio, relativi al virus West Nile trasmesso dalle zanzare. All’interno di quel quadro, un uomo è morto e un altro è in condizioni critiche, ma in entrambi i casi si tratta di persone anziane: non vi è certezza che sia stato proprio il virus a peggiorare uno stato di salute già precario. A Udine, in conferenza stampa, Riccardo Riccardi interviene per rassicurare i cittadini sia sul fatto che la Regione, a fine estate, non abbassa la guardia sia sulla portata ridotta del fenomeno. Lo fa assieme al direttore centrale Gianni Cortiula, al direttore dell’Area promozione salute e prevenzione Paolo Pischiutti e all’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’Asui di Udine, in collegamento da Genova.

L’assessore alla Sanità informa innanzitutto sui numeri. Delle 14 infezioni causate certamente dal West Nile (l’età media delle persone coinvolte è di 63 anni), 10 riguardano residenti in provincia di Pordenone, 2 in provincia di Udine. Si aggiungono un triestino, che ha contratto però l’infezione fuori regione, e un veneto che ora si trova a Pordenone. Sempre tra i 121 controlli complessivi rientrano altri 14 casi probabili, ma ancora da certificare. «Le strutture del Ssr sono pronte a intervenire di fronte a un fenomeno la cui dimensione è comunque limitata», commenta l’assessore dopo essersi unito al dolore della famiglia per la scomparsa dell’ottantottenne latisanese Giuseppe Zanin.

La zanzara è quella comune, ricorda ancora Riccardi. E dunque si deve partire dalla prevenzione, con un’opportuna informazione alla popolazione: le indicazioni pratiche sono di non lasciare ristagni d’acqua nei giardini e sui terrazzi, trattare tombini e pozzetti, tagliare l’erba, stoccare i copertoni dopo averli svuotati dall’acqua. E poi ci sono le disinfestazioni dei Comuni – immediata quella a Latisana –, che hanno in capo la materia. La Regione ha tuttavia aperto un ragionamento sull’opportunità di avocare quel tipo di competenza.

Sempre a rassicurare i cittadini, l’assessore comunica che anche per la donazione del sangue e il trapianto di organi «sono stati previsti controlli e analisi sistematici, in modo da garantire l’assoluta sicurezza dei pazienti». Pischiutti parla a sua volta di «situazione sotto controllo da tutti i punti di vista». Il monitoraggio non riguarda tra l’altro solo gli esseri umani: «Dall’inizio dell’estate catturiamo le zanzare in alcune zone del territorio e le analizziamo. Analisi le facciamo anche su ospiti intermedi come i cavalli e sulle carcasse degli uccelli selvatici, il vettore del virus. Usiamo infine i polli come uccelli bersaglio per verificare se, punti dalla zanzara, sviluppano la malattia».

«Il fatto che il sistema abbia riscontrato dei casi in questo percorso è la dimostrazione che ha lavorato bene – aggiunge Cortiula –. Altrettanto importante che, quando c’è un sospetto, ci si rivolga agli hub di Trieste e Udine in grado di gestire al meglio la situazione». –


 

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